«Marta rispetta solo l’autonomia che le conviene»

di Ferruccio Repetti

«Caro Segretario, allego una lettera aperta che il nostro gruppo ha elaborato dopo un lungo incontro». E di seguito: «Il testo, come potrai capire, è frutto di meditazioni e attente valutazioni perché la fatica di molti di noi è ulteriormente amplificata dai tanti amici che ci hanno manifestato sentimenti di delusione e rabbia». Poi, l’affondo che sembra spiegare tutto: «Mi sembra urgente mettere al centro questa discussione come valore etico del nostro agire politico. Mi farebbe piacere parlarne per preparare un incontro allargato». Letto e ponderato. Ora sfido chiunque a non pensare a un messaggio, anche esplicito, del «popolo» della libertà, disamorato per il pasticciaccio del bunga bunga. E invece no. Sorpresa: la lettera, indirizzata al leader provinciale Victor Rasetto, è firmata Giuliano Bellezza, capogruppo del Partito democratico nel Municipio Centro Est, e controfirmata da altri sei rappresentanti del Pd nel parlamentino. E il riferimento preciso non va, questa volta, all’odiato (senza virgolette) Cavaliere, ma all’«amata» (con virgolette) sindaca Marta Vincenzi. La quale, dall’alto della sua rivendicata autonomia decisionale, si è presa la briga di nominate assessore l’ex Pdl Pasquale Ottonello subito dopo aver mandato all’aria l’intesa bipartisan che avrebbe scongiurato il commissariamento dello stesso Centro Est. Una faccenda che, a Bellezza e colleghi, proprio non va giù.
Così, per farsi capire ancora meglio, affidano il loro pensiero addirittura a una lettera aperta. Testuale, all’esordio: «L’ingresso in giunta di Ottonello apre all’esigenza di una chiarificazione nei rapporti fra amministrazione della città e Municipi e rapporti con le forze politiche». E ancora: «C’è stata l’interdizione all’accordo con il presidente del Centro Est Enrico Cimaschi (formalizzato dal gruppo del Pdl), sulla base di un programma di fine mandato, perché non rientrava nel quadro delle alleanze previste. Adesso - insiste la lettera aperta degli esponenti del Municipio - per far entrare in giunta Ottonello la regola che ci siamo dati non vale più». Insomma, sostiene Bellezza d’accordo con i compagni: «Oggi il messaggio che proviene dal sindaco è di tenore molto diverso: l’autonomia diventa piena e pare non necessitare confronti con altre istanze», nonostante «la portata politica di una intesa in un Municipio sia incomparabile a quella di un ingresso in giunta di un uomo simbolo del Pdl che è stato portabandiera e candidato del Pdl, sostenitore di un programma elettorale inaccettabile per tutti noi e dentro l’alleanza con la Lega». Concludendo: «Pensiamo che la scelta del sindaco di procedere allo scioglimento del Municipio Centro Est fosse coerente con l’esigenza di chiarezza politica. Pertanto prendiamo atto con sorpresa e disappunto della decisione del sindaco di aprire a Ottonello, proprio perché in contraddizione con tutto quanto sopra». Da qui la richiesta di «chiarimento» e di «urgente confronto».
Molto più diplomatico - cioè: «politicamente corretto» - il segretario regionale del Pd, Lorenzo Basso, che è giovane sì, ma per niente micco, e pare uscito con la laurea a pieni voti dall’Università del Botteghino. «Effettivamente - ammette Basso, spargendo melassa - c’è stato un po’ di sconcerto perché è stato scelto un esponente legato per tanti anni a Forza Italia. Ma tutto ora si sta ricomponendo». Grande, quasi meglio del Pravda di Breznev! Mai però come quando spiega: «Noi vogliamo convincere sempre più elettori ed esponenti del Pdl che le scelte del governo Berlusconi degli ultimi anni sono state sbagliate e hanno creato problemi al Paese.

Siamo perciò contenti - conclude Basso, cimentandosi con un triplo salto mortale carpiato e rovesciato, coefficiente massimo di difficoltà - se si accorgono che ci sono stati errori e cambiano idea. Naturalmente un passaggio così non può essere immediato, ma graduale». Aspetta e spera. Almeno altri cent’anni.

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