Un anno di Vincenzi. A dodici mesi dalle amministrative che hanno portato a Tursi il primo sindaco donna, il bilancio è doveroso. E la sensazione, la prima, è quella di risentire come sottofondo nel cervello una vecchia canzone di Mina: parole, parole, parole. La parola dordine della Vincenzi è stata fin dallinizio: discutere. Il confronto è lingrediente base della democrazia, ma se ci si ferma lì si resta nella teoria, mentre da un governo comunale ci si attendono decisioni. Quelle di cui i genovesi hanno bisogno. Ci si aspettano strade più pulite, raccolta differenziata, traffico più ordinato, sicurezza sui mezzi pubblici e per strada. Tanto per cominciare cose semplici, di base. Ma Marta, la sindaco come ha stabilito di essere chiamata (questo sì, senza indugi) ha mostrato fino ad oggi una politica fatta in gran parte di annunci, visibilità, presenze, magari di incontri, ma di poche, pochissime scelte. Iniziamo oggi, con qualche esempio che approfondiremo, un viaggio nelloperato del primo cittadino. Un tentativo di bilancio.
Lanno zero della Vincenzi sarebbe bello.
Marta Vincenzi, un lungo anno di parole
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