Guadagnano sei milioni di euro in sei e fanno la colletta. Lasciate 2 euro e 50 centesimi o voi che partecipate, organizzare Rai per una notte è costato 130mila euro e per rientrare della spesa mancano solo due giorni e ancora 15mila euro, avvertiva ieri la scritta cubitale sullhome page della diretta che, dal Paladozza di Bologna, giovedì sera verrà trasmessa nelle piazze e nelle case via web e sulle tv «amiche». Le parole chiave dellevento, e cioè «bavaglio», «democrazia» in abbinata con «regime», «libertà» rigorosamente senza il «popolo delle», sul sito web mancano allappello.
Del resto bastano i nomi di organizzatori e protagonisti: i magnifici sei Michele Santoro, Giovanni Floris, Gad Lerner, Lucia Annunziata, Marco Travaglio, Roberto Benigni. Più i nomi noti della trincea antiberlusconiana, da Sabina Guzzanti a Vauro Senesi, da Sandro Ruotolo a Daniele Luttazzi, passando per Filippo Rossi il direttore di Farefuturo web magazine, quello che è stato smentito mentre smentiva che Gianfranco Fini stesse lanciando un suo movimento politico: un capolavoro mediatico davvero indegno di «Michele chi?», ma tantè, qui, signore e signori del gentile pubblico pagante, urge mobilitare tutte le risorse.
Per dirla come la diceva Beppe Grillo quando ancora andava nei teatri per far ridere: «Saluto i pezzenti del loggione, ma io villa e barca me le pago grazie ai generosi della platea». Ecco, andrà un po così. La democrazia costa, si dirà. Quasi quanto le ville e le barche, in effetti. Santoro, tanto per citare il deus ex machina delloperazione, dallo stop dei talk show Rai causa par condicio elettorale sta perdendo nientemeno che 10.500 euro a puntata, fanno limponibile annuo di un impiegato in meno al mese. La sua busta paga infatti, compagne e compagni del popolo rosso-viola, funziona così. Prima voce: stipendio base da direttore giornalistico, che nel 2007 ammontava a 266mila euro. Seconda voce: 10.500 euro per ogni puntata mandata in onda in prima serata (2.600 se in seconda). Terza voce: un «bonus» di 103mila euro «per il raggiungimento di specifici obiettivi» in termini di ascolto e pubblicità, e Santoro il «bonus» riesce ad acchiapparlo sempre. Totale: 700mila euro o giù di lì.
E dire che ieri, in una lettera sul sito, raccomandando «di completare la sottoscrizione», Santoro ringraziava i «cari amici» perché «Rai per una notte grazie a voi può diventare il primo sciopero bianco degli abbonati Rai». Per metter su il suo stipendio, ne servono oltre 6mila, di abbonati a 109 euro di canone. Del resto ne servono molti di più, per lesattezza 18.348, per consentire alla Rai di pagare lo stipendio a Fabio Fazio, che ha firmato un contrattino da 2 milioni euro lanno per tre anni, ma il conduttore di Che tempo che fa non ci sarà, forse perché, con Nanni Moretti: «Mi si nota di più se non vado».
Viaggiano su altre cifre Giovanni Floris, il cui compenso si attesta sui 350mila euro, e Lucia Annunziata. La conduttrice di In mezzora un po di tempo fa lamentava: «Prendo 8mila euro lordi a puntata, ed è una sorta di doppio stipendio perché faccio sia lautore sia il conduttore, e non è un dettaglio». E adesso, mannaggia alla solidarietà, sè pure autosospesa nonostante nessun cavilloso regolamento Rai le impedisse di andare in onda. Da non sottovalutare poi il sermonista e il vignettista di Annozero. Nel 2009, Travaglio beccava un gettone a puntata che superava lo stipendio mensile di un metalmeccanico: 1.700 euro, da aggiungersi a un reddito annuo che fra collaborazioni su quotidiani e libri anti-Cav già nel 2005 ammontava a 282mila euro. A Vauro, così come a Sabina Guzzanti, ne andavano mille. Domani sera, uno dei momenti clou sarà lintervista di Sandro Ruotolo a Roberto Benigni, lattore che sulla Rai ha letto Dante per il modico compenso di 6 milioni di euro, il doppio del suo reddito annuo, che nel 2005 era di 3,5 milioni. Last but non least, ecco a voi Gad Lerner, quello che grazie all«oscuramento» dei big Rai ha raddoppiato le sue percentuali di ascolto, ma che lo stesso sarà in tv con gli «imbavagliati». Perché ci vuole coerenza.
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