Lultima chiamata ha un retrogusto dolce-amaro. Dolce per laria di casa, amaro per una stagione da dimenticare, da archiviare il più velocemente possibile. Felipe Massa al Gran premio che si corre nel «suo» Brasile e che chiude lanno della Formula 1, ultimo di quattro «test» post titolo mondiale bis di Seb Vettel, ha ancora qualcosa da chiedere. E non di poco conto. Infatti in questo 2011 non è ancora riuscito a salire sul podio. Anzi ad avvicinarsi alle prime tre posizioni. Perché il suo tabellino di marcia parla chiaro: non è mai arrivato quarto, il suo risultato migliore è quinto, per cinque volte. In Malesia, a Valencia nel Gp dEuropa, a Silverstone (dove tra laltro Alonso ha centrato lunico successo della Ferrari in questo annus horribilis), in Germania e ad Abu Dhabi, otto giorni fa.
Adesso Massa è chiamato a uno scatto dorgoglio, perché deve salvare una stagione, che spesso lo ha visto «vittima» per errori e scorrettezze altrui come nei duelli con Lewis Hamilton, e magari «sacrificato» ai box, come nellultimo Gp dove non aveva la nuova ala anteriore. Ma per il pilota brasiliano si deve parlare di concorso di colpa di fronte allaridità dei suoi numeri. Impietoso il confronto con il compagno di scuderia Fernando Alonso: lo spagnolo, pur tra le mille difficoltà della Rossa, ha percorso le scale che portano a stappare le magnum di champagne dieci volte. Lui, come detto, ha solo e sempre recitato il ruolo della comparsa.
E potrebbe riscrivere la storia della Ferrari. Al contrario. Perché bisogna risalire allinizio degli anni 90, per la precisione alla stagione 1992, per trovare un pilota del Cavallino rampante senza podi: Ivan Capelli. Andando a ritroso poi bisogna saltare fino al 1981 con Didier Pironi e allanno precedente, con la coppia Gilles Villeneuve-Jody Scheckter protagonisti di un «doppio zero», peggior stagione di sempre della Rossa. Ovviamente quellannata si concluse senza vittorie, cosa accaduta solamente unaltra volta nel 1973 con Jackie Ickx e Arturo Merzario. Ma almeno in questo 2011 lo «zero» nella casella dei successi è stato scongiurato da quello provvidenziale di Alonso a Silverstone. E anche storico perché sessantanni fa, proprio sulla pista inglese, la scuderia di Maranello conquistò la sua prima vittoria in Formula Uno.
Dunque tocca a Massa. Nella sfortuna, un punto a favore perché corre in casa, a San Paolo, nella «sua» Interlagos, dove con la Ferrari si è sempre esaltato, tolte le ultime due edizioni. Lanno scorso chiuse quindicesimo una gara condizionata pesantamente da un errore dei meccanici al pit stop, con una gomma avvitata male. Nel 2009 semplicemente non cera, alle prese con la convalescenza dopo il terribile incidente, colpito a 200 allora sul casco da una molla della Brawn Gp di Rubens Barrichello nelle prove del Gp dUngheria. Nelle altre tre edizioni: primo nel 2008, secondo nel 2007, ancora primo nel 2006. Quello di tre anni fa resta anche lultimo successo del brasiliano con la Rossa. Amaro. Perché Massa tagliò il traguardo da campione del mondo, ma Hamilton lo beffò superando Glock allultima curva. Linglese chiuse quinto e lo scavalcò di un punto in classifica.
Da lì in poi Felipe è come caduto in un incantesimo. Infatti, a parte il 2009, solo un terzo posto ma con 9 Gp disputati, finora il risultato peggiore è rappresentato dallanno scorso, cinque podi.
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