Cronaca locale

Masseroli: "Incentivi per costruire nei quartieri degradati"

Politiche comunali per la casa. L’assessore al Territorio propone un patto alle imprese: "Ecco come i residenti potranno abitare in alloggi migliori"

Costruire di più nelle aree degradate. Ecco l’idea del Comune di Milano che Carlo Masseroli intende concretizzare. Scelta che l’assessore allo Sviluppo del territorio declina al convegno Assimpredil sulla «politica per la casa», mentre l’aula consiliare di Palazzo Marino discute sull’aumento - da 0,65 a 1 - dell’indice di edificabilità. Più volumetrie anche perché, spiega Masseroli, è «incentivo» ai costruttori: in pratica, l’idea è di recuperare quartieri degradati come Baggio e San Siro «offrendo a chi ci abita di andare in alloggi migliori da un’altra parte e lì demolire e ricostruire».
Evidente, quindi, la necessità di quell’aumento dell’indice di edificabilità che, in soldoni, i costruttori potranno utilizzare anche altrove ma «riparametrato». Virgolettato che, giusto per capirci, non significa affatto la possibilità di costruire 5mila metri a Gratosoglio trasferendoli in uguale quantità in via Montenapoleone bensì consiste in un trasferimento in misura assai minore. E gli esempi, a Milano, non mancano: i diritti di alcuni stabili in Conca del Naviglio abbattuti sono stati poi trasferiti in via Maestri Campionesi. In aggiunta, continua, Masseroli, i diritti si potranno vendere pure «alla borsa dei diritti immobiliari che stiamo mettendo in piedi con il piano di governo del territorio». Ma per quei 18mila e passa che hanno un reddito alto e che comunque non si possono permettere una casa a Milano, il Comune sta tentando di modificare la legge regionale sull’urbanistica per fare housing sociale su aree a standard con vincolo decaduto: un totale di 66 milioni e mezzo di metri quadrati, di cui 476 aree per un totale di 8 milioni e 300mila metri quadrati «non interessate da manufatti» e che potrebbe essere ben usata per questo progetto.
Occasione di sviluppo sottoscritta da Assimpredil che, però, per garantire case a prezzi più bassi chiede allo Stato nuovi interventi fiscali ovvero di abbassare «le tasse nella fase di costruzione che sul prezzo finale incidono per il 35 per cento» chiosa Claudio De Albertis, presidente dell’associazione di categoria. Ma Assimpredil segnala pure la necessità della semplificazione delle procedure che «privilegi non i formalismi ma la concretezza dell’azione amministrativa»: «Al Comune di Milano sono necessari, a partire dalla protocollazione della proposta di programma e fino alla delibera consiliare, ben 31 passaggi procedurali, con un tempo medio di approvazione del piano di circa 47 mesi». Conclusione? «La legge regionale 12/2005 prevede un tempo massimo di 210 giorni».
gianandrea.

zagato@ilgiornale.it

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