Roma

Massimina, le pensiline fantasma

Alla fermata Atac solo un bagno chimico «riservato» agli autisti

Massimina, le pensiline fantasma

Giuseppe Taccini

Una storia dai risvolti curiosi. Che non avremmo mai voluto raccontare. Episodi che rasentano l’assurdo, ma che in una metropoli come Roma, le cui periferie il più delle volte sono abbandonate a loro stesse, di tanto in tanto accadono.
Che il quartiere di Massimina, estrema periferia ovest della Capitale, non godesse propriamente di buona salute, lo si intuiva dalle periodiche lamentele della cittadinanza. Quando però anche i più onesti lavoratori, in questo caso rappresentati dagli autisti dell’Atac, non hanno neppure a disposizione servizi igienici «regolari», allora vuol dire che, signori, si è messi proprio male.
Oppure qualcuno oserebbe sostenere che quel bagno chimico immortalato al capolinea dello 087 e dello 088 sia sufficientemente igienico da non produrre alcun inconveniente agli «utenti»?
Non bastavano le notevoli difficoltà incontrate dai conducenti delle vetture, privi di un gabbiotto dove ripararsi dalle intemperie e dal sole e di un telefono, intimoriti per la carenza di sicurezza in special modo nelle ore notturne?
A questi inconvenienti si aggiunge adesso anche quello di natura fisiologica. Insomma, non si può più fare neanche la pipì quando c’è bisogno. D’estate la struttura del wc chimico si trasforma in un forno, d’inverno in un congelatore.
«Nonostante gli ingenti finanziamenti erogati dal Comune, l’azienda capitolina di trasporto pubblico non riesce a garantire le minime misure di garanzia e tutela per la salute dei lavoratori», commenta il consigliere di An del XVI municipio Fabrizio Santori.
Anche per i residenti che hanno la «sventura» di attendere l’autobus, non sono rose e fiori. Le pensiline di sosta, obbligatorie in quasi tutte le fermate, ancor più all’altezza dei capilinea, mancano del tutto.
«Questo stato di precarietà e di abbandono rappresenta uno di quei tanti segnali di una carenza di programmazione sui trasporti da parte del Campidoglio - sottolinea con amarezza Santori -. Ma soprattutto denota la mancanza di quella sbandierata attenzione ai lavoratori dell’amministrazione, sempre più sconfortati e demotivati».
Qualcuno potrà obiettare che, dopo tutto, un bagno chimico non sarà il massimo della comodità, ma è pur sempre un mezzo utile.

Sarà pure vero, ma è anche dalle piccole cose che si intravede il buon governo cittadino.

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