Mastella ha insultato l’«esercito dei mille»

In un periodo in cui le famiglie devono fare i salti mortali per arrivare a fine mese, dove ai magistrati e alla polizia manca la benzina, il nostro guardasigilli Clemente Mastella, con tanto di figlio al seguito, va al Gran Premio di Formula Uno a Monza, con un aereo di Stato. Il settimanale L’Espresso lo sbugiarda e lui che fa? Anziché chiedere scusa «all’esercito dei mille», come ha definito il presidente della Provincia di Bari Vincenzo Divella «tutti coloro che vivono con uno stipendio di mille euro al mese», e a quanti vivono con molto meno, si scaglia contro la «sinistra populista-editoriale», e afferma con una dose di arroganza che quella «era una visita ufficiale». Il leader dell’Udeur non pago aggiunge: «La sinistra mi colpisce negli stinchi per provocare la caduta del governo Prodi». E no, caro ministro di Ceppaloni, questa non è una congiura. Il fatto è che questo viaggetto di piacere è costato ai contribuenti, cioè a noi e all’«esercito dei mille», ben 20mila euro. Con un po’ di umiltà affermi di aver sbagliato e dica che la colpa è sua e soltanto sua.

Non si arrampichi sugli specchi per giustificare un errore che un leader politico non deve commettere. Sturzo, De Gasperi, De Nicola, Dossetti, solo per citare alcuni dei leader degni rappresentanti del popolo della Democrazia cristiana, partito in cui ha militato e si è forgiato Mastella, non gli hanno insegnato nulla?

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