Massimiliano Scafi
da Roma
«Incavolato nero», Clemente Mastella ripete il suo no «a qualsiasi surrogato di famiglia». LUdeur, annuncia, «non firmerà mai un accordo di programma che preveda i Pacs». Poco male, gli risponde Alfonso Pecoraro Scanio: «Se a Clemente non piacerà la legge sulle unioni civili che approveremo, da buon cattolico avrà tutto il diritto di non applicarla. Si sposerà in chiesa e non userà il profilattico».
Il livello dello scontro nel centrosinistra è questo: Romano Prodi, che predica unità e coesione, ha qualche ragione a dichiarsi «amareggiato». A Roma e Milano le piazze si riempiono per la difesa dellaborto e la richiesta di Pacs. Sotto tiro il Vaticano. «Ratzinger e Ruini hanno lanciato unOpa sulla politica italiana», dice Daniele Capezzone, che non risparmia nemmeno Francesco Rutelli, «il Giovanardi di sinistra». «Riconoscere le unioni civili significa contribuire a legalizzare uno Stato illegale», aggiunge Marco Pannella. Appena più moderato Enrico Boselli: «Capisco il travaglio di Prodi dopo le parole del Papa, ma non condivido la sua contrarietà alla manifestazione. Mentre Blair e Clinton possono inviare le congratulazioni per le nozze gay di Elton John, qui cè unoffensiva fondamentalista delle gerarchie ecclesiastiche».
Giuseppe Fioroni, Margherita, è molto preoccupato: «Manifestazione come questa non servono a nulla, anzi. Su questi temi abbiamo già perso un referendum, non vorrei adesso perdere pure le elezioni. E i Pacs non fanno parte della bozza di programma». Pierluigi Castagnetti, capogruppo Dl, è quasi offeso: «Non si può tollerare che lUnione venga ogni giorno sottoposta a pressioni e provocazioni di questo tipo». E Mastella: «I Pacs sono contro la Costituzione e mettono in crisi lelemento cardine delleconomia e della società, la famiglia. Se dovessimo vincere le elezioni e Pannella dicesse o così o cade il governo, per me cade il governo. E ricordatevi che lUdeur sarà determinante nel nuovo Parlamento».
Sullaltro fonte però lala laica dellUnione tiene il punto. I Ds, anche se evitano toni folkloristici, sono sul palco di Piazza Farnese con il capogruppo europeo Nicola Zingaretti: «Spero che pochi mesi venga approvata la legge sulle unioni civili». Per Cesare Salvi «i diritti civili sono sotto attacco, cè una campagna che vuole mettere in discussione, più o meno apertamente, linterruzione di gravidanza». Per Fausto Bertinotti il corteo «è un successo». «Non capisco lamarezza di Prodi - dice -. Invece di fare polemiche sulla forma e sulla presenza di un magistrato, va colto il carattere simbolico della rappresentazione scenica e il suo messaggio, che indica che lobbiettivo è maturo».
Il Professore però non la pensa così. «Ebbene? Non casca certo il mondo. Se io e Prodi andassimo daccordo su tutto - sostiene Oliviero Diliberto - saremmo nello stesso partito. Invece siamo in una coalizione. Per i cattolici cè un problema di coscienza. Capisco Romano, anche se non lo condivido». Pecoraro invece non lo capisce. «Però - aggiunge - la cosa importante è che Prodi firmi il provvedimento sulle unioni di fatto come prossimo presidente del Consiglio».
Difficile in questo quadro una mediazione efficace. Ci prova il prodiano Franco Monaco: «LUnione ha una posizione chiara e unitaria sia sulla difesa e lattuazione della legge 194, sia su una disciplina delle unioni civili distinta dal matrimonio. Non cè motivo per dividersi su questo. Quello però che si chiede a tutti è il rispetto reciproco e il senso della misura perchè si tratta di questioni che chiamano in causa sentimenti e convizioni profonde sulla vita, la famiglia, la sessualità. Dobbiamo cercare punti di convergenza dentro il pluralismo e curare lunità della coalizione».
Dunque, è anche una questione di misura, come spiega Massimo Cacciari: «Io sono a favore dei Pacs, però occorre comprendere la delicatezza della materia. Le unioni omosessuali non sono problemi da affrontare in questo confuso clima elettorale».
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