Roma - Mastella lascia. E poi raddoppia. Dopo le dimissioni da ministro della Giustizia annunciate ieri in aula, oggi arriva la conferma dell'addio dell'Udeur al governo. "Mi dimetto da ministro - conferma il guardasigilli -. E così l'Udeur è fuori dal governo, dalla maggioranza. Non ci siamo più. Quindi daremo l'appoggio esterno e decideremo di volta in volta. In base ai nostri valori e al programma: non acceterremo i compromessi di prima". E a Palazzo Chigi già suonano le sirene su argomenti caldi e spinosi per la maggioranza come legge elettorale, politica estera, Dico e laicità.
Prodi ad interim Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha firmato il decreto con il quale il capo del governo, Romano Prodi, assume l'interim del ministero della Giustizia. Il premier annuncia ufficialmente le prossime mosse del governo nell'aula della Camera. Prima di tutto la solidarietà "all'amico Mastella. Ha messo davanti a tutto la dignità sua personale e della sua famiglia: ha testimoniato sensibilità istituzionale, oggi molto rara. La sua è stata una scelta nobile". Quindi messaggio all'Udeur: "Solidarietà anche a loro: abbiamo avuto il loro appoggio in passato e ce l'avremo in futuro". Prodi avvisa: "Il mio posto è a interim e vorrei fosse un interim breve, in attesa che dalla magistratura possa nei tempi più rapidi possibili giungere un chiarimento forte che consenta al senatore Mastella di riprendere con ritrovata e piena autorità il suo posto di ministro. Da Guardasigilli perseguirò la linea della presunzione d'innocenza del cittadino indagato, presupposto di ogni sistema democratico". Poi uno sguardo al governo: "L'azione dell'esecutivo andrà avanti senza interruzioni". In serata il premier ha riletto a Palazzo Madama lo stesso intervento già proposto alla Camera.
Il Papa e i magistrati Mastella parla da Benevento, nel cuore "suo" Sannio, feudo di residenza prima ancora che elettorale. Attorniato dai suoi sostenitori il Guardasigilli inizia espirmendo la sua solidarietà al Papa "e - annuncia - domenica mattina sarò a San Pietro, nella mia unica uscita di questi giorni". Poi la conferma ufficiale, "ne ho parlato con Prodi. Le confermo per la mia dignità e la mia onorabilità. Non voglio sentirmi della Casta, voglio essere un cittadino comune nel giudizio di fronte alla magistratura". Poi un messaggio all'Anm: "Ho grande rispetto pe rla magistratura italiana. Ho lavorato con loro alla riconciliazione tra politica e magistratura. Non abdico alla mia riforma e non ho espresso giudizi contro la magistratura, anzi invito gli italiani a fidarsi dei giudici. Ma non di gip particolari che, richiamando ragioni di incompetenza territoriale, prima arrestano per urgenza le persone incensurate poi si dichiarano incompetenti: questi sono atti irresponsabili". E annuncia: "visto che il pg di Santa Maria Capua a Vetere dice che la giustizia è uguale per tutti presenterò subito un'interrogazione al nuovo ministro della Giustizia Prodi per capire se anche lui ha agito correttamente".
La moglie e il partito Il Guardasigilli difende a spada tratta la moglie: "Sandra Lonardo è donna di spiccata moralità. Ha ricevuto anche un attentato in passato. Servirebbe rispetto quasi 'costituzionale' nei suoi confronti, arrestata solo sulla base di un'unica intercettazione manipolando una frase di uso comune come 'quella persona è morta'. Mia moglie dimostrerà la sua innocenza". Solidarietà anche "alle famiglie di tutti quelli, i miei consiglieri regionali, che sono stati arrestati sulla base di nulla. Nessuno può pronunciare giudizi sull'Udeur - si schiera a protezione dei suoi Mastella -. In migliaia di intercettazioni non c'è nulla che faccia pensare a un euro dato o a una tangente presa. Non abbiamo nemmeno un inquisito". Quindi sulla sua vicenda personale: "In Campania non ci sono né concussi né concussori: è soltanto logica politica. Non sono sereno, ma serenissimo e non voglio salvacondotti né privilegi, ma nemmeno essere trattato come il capo di una cosca mafiosa".
La crisi Mastella affronta l'argomento caldo, se l'Udeur continui ad appoggiare o meno l'esecutivo. "Se c'è un gruppo di magistrati che vuole mandare a casa il governo può farlo. Nel nostro caso, però, direi che c'è una crisi di sistema, non di governo". Poi l'annuncio bomba: "Daremo l'appoggio esterno. Vigileremo: sui valori, sulla politica estera, sui Dico. Rispettosi della logica del programma". Mastella precisa: "All'interno del governo non ci siamo più: non accettermo i compromessi di prima".
Quindi prende tempo: "Politicamente ci sarà tempo le valutazioni. Adesso voglio difendere la mia famiglia. Faremo probabilmente un congresso straordinario e decideremo insieme". E sul suo percorso personale precisa: "Non lascio la politica, non ho fatto nulla di cui vergognarmi".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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