Politica

Matematica, due problemi ad alta tensione

Lunedì 27 terza prova scritta: sarà preparata autonomamente da ciascuna commissione. Poi sarà la volta degli orali

Federica Artina

da Milano

«Difficile, difficilissima, tutta la classe ha consegnato in bianco». «Ma cosa dici? Era di una banale semplicità. In un’ora avevo finito» E ancora: «Ma chi cavolo l’ha scritto il quesito numero 5? Nemmeno i commissari riuscivano a capirlo...». Scene da un esame di maturità. La prova di matematica è l’incubo di tutti gli studenti del liceo scientifico, tanto che la temono per tutti i cinque anni. E ieri è stata la volta della fatidica seconda prova della sessione 2005, con il suo tradizionale strascico di commenti. La formulazione della prova è la stessa da quattro anni: un problema da risolvere tra due proposti più una serie di dieci quesiti «teorici» con l’obbligo di risposta ad almeno cinque di essi.
I risultati, come al solito, sono discordanti. Particolarmente pessimisti gli studenti aderenti al Pin, il Piano Nazionale d’Informatica, la cui prova, differente rispetto agli ordinamenti tradizionali, è risultata unanimemente più difficile di quella dei «colleghi». Il dibattito ha come al solito tenuto banco sui forum dei soliti siti internet saliti agli onori delle cronache in questi giorni: a soluzioni pubblicate, con qualche certezza in più da parte degli studenti sul loro operato, i commenti si sono fatti più giustificati.
Tutto sommato i maturandi italiani sono finora soddisfatti dell’andamento delle loro prove. Secondo un’inchiesta realizzata dal sito www.skuola.net il 23% degli alunni reputa l’esito delle prime due prove «molto positivo», il 32% si tutela con un più cauto - forse scaramantico? - «si sarebbe potuto fare di meglio, ma non lamentiamoci», il 19% è sereno e ha trovato le prove «in linea con le aspettative». Poi, il 15% dei pessimisti cosmici sull’orlo della disperazione e della rassegnazione: «anche quest’anno mi salvo all’ultima giornata». E infine un’ottimista 11% che sente di affermare «sono sulla buona strada per la promozione».
Comunque sia, è passata. Paure, ansie, dubbi sono stati spazzati via dalla realtà. I ragazzi hanno «preso le misure» dell’esame. Ora un weekend per riprendere fiato e lunedì prossimo, 27 giugno, i circa 482.000 maturandi torneranno in classe per la terza e ultima prova scritta. Poi, la correzione delle prove e il colloquio finale, il cui voto andrà a sommarsi a quello dei tre scritti e al cosiddetto «credito formativo», costituendo il voto finale in centesimi.
Lunedì, però, non ci saranno indiscrezioni, soffiate e scottanti rivelazioni su cui indagare: la terza prova è infatti preparata da ogni singola commissione, e perciò differente da classe a classe. Il terzo scritto riguarderà cinque discipline: la presenza dei commissari interni rassicura i ragazzi, che confidano nella magnanimità dei loro prof. Poi gli ultimi giorni di apprensione, tra mappe concettuali e ripetizione ad alta voce dei programmi.

Un ultimo sforzo verso quel temuto colloquio che, nella maggior parte dei casi, significherà diploma, maturità, ma soprattutto vacanza.

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