LA «MATRICOLA» LARA COMI

Roma«Mi è scesa la lacrima».
Addirittura?
«Sì, quando ho sentito l’inno europeo mi è passata davanti la campagna elettorale, il risultato ottenuto con sacrifici».
Onorevole Comi, però ha pianto all’esordio...
«E che vuol dire? Ho 26 anni, concedetemelo. E poi, è come l’emozione che si prova da studente al primo giorno di scuola».
Va bene, va bene. D’altronde, è la più giovane europarlamentare...
«Sì, ma solo nel Ppe. C’è una danese di un anno più piccola di me».
Al di là dell’anagrafe, è lotta alla pari per un posto in Commissione.
«Sì, è la fase è più ostica. E se tutto va bene, si saprà stasera alle 10 (ieri, ndr), dovrei occuparmi di politiche economiche monetarie e far parte pure della Commissione industria, ricerca ed energia. Tutto ciò un po’ mi spaventa, ma so che sarà un’esperienza veramente bella, unica».
Chi sono i suoi compagni di banco?
«Siamo disposti in ordine alfabetico. Alla mia destra c’è Giovanni Collino, alla sinistra Anna Maria Corazza Bildt, italosvedese».
Ha preso già un appartamento in affitto a Bruxelles?
«No, per il primo anno starò in albergo. Dovrò studiare molto e non voglio avere preoccupazioni».
Che genere di preoccupazioni?
«Per le pulizie e la gestione della casa... ».


E come la mettiamo con il calcetto? Abbandonerà?
«Per niente. Non c’è una squadra di parlamentari, ma ho già preso contatti con i giornalisti, che ne hanno una loro. Sarò l’unica donna in campo. Che rivoluzione!».

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