Mattei e la rivoluzione del cane a sei zampe

Mattei e la rivoluzione del cane a sei zampe

(...) Un percorso a tappe, dal 1953 al 1972, dal 1972 al 1998 e dal 1998 al 2009 che ripercorre le fasi più significative dello sviluppo dell’azienda di Stato e del ruolo del suo presidente, Enrico Mattei. Dall’immagine dell’Italia contadina che si affranca e va verso l’economia, al tema dei trasporto dell’energia, della ricerca e dei servizi per i clienti fino ai giorni nostri. «L’idea di fare una mostra nasce dal restyling del logo che è stato ritoccato nel 2009 da Antonio Romani - spiega Luisa Nardi, responsabile delle iniziative culturali dell’Eni -. Ci hanno chiesto di fare delle ricerche sulle origini del cane». E da lì è venuto fuori un allestimento che dal 25 marzo del 2010 sta facendo il giro d’Italia. Quella di Genova è la diciassettesima tappa: dalla Superba partiva l’oleodetto dell’Europa centrale fino al cuore della Baviera.
Quindi, la mostra, Mattei e la sua idea della politica energetica, ma non solo. Anche della cultura e dell’importanza delle risorse umane a tal punto innovatore e «visionario» da capire che il valore aggiunto stava proprio nella formazione degli alti quadri nei paesi in via di sviluppo. Inventore de «Il Giorno» e di un nuovo modo di pensare la stampa, con fotografie a colori e un formato diverso. Affidò la direzione della rivista aziendale ad Attilio Bertolucci con articoli di Cassola e Calvino. «Mattei era controcorrente, anche politicamente - continua Luisa Nardi -. Voleva portare energia al Paese al prezzo più basso possibile. Il suo messaggio era “l’Italia ha energia”».

Nelle sezioni della mostra, gli scatti dei geologi che andavano a cercar petrolio nei paesi stranieri, una sorta di archivio etno-antropologico, Mattei e Nasser, alla firma del primo importante contratto con l’Egitto. L’arrivo dei Motel in Italia, il metano, il concetto di welfare aziendale e di sostenibilità. Insomma, se volete immaginare il futuro, fatevi guidare dal cane a sei zampe. Giulia Guerri

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica