Roma I nuovi veleni di Calciopoli rischiano di rendere ancora più tesa la vigilia di Inter-Juventus. Un «derby d’Italia» dimezzato sotto tanti punti di vista. In primo luogo perché i bianconeri sono (quasi) fuori dal giro che conta. In seconda battuta perché l’Osservatorio sulla sicurezza ha limitato gli ingressi ai soli abbonati nerazzurri e ai possessori della tessera del tifoso. Il che significa che per i tifosi juventini non ci sarà la possibilità di andare a San Siro. Tra i pochi «fortunati» il ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli, juventino da una vita, che già da qualche giorno si lamenta della «discriminazione» decisa dal collega dell’Interno, Bobo Maroni.
Ministro Matteoli, la parola «discriminazione» è un po’ forte...
«Il calcio è lo sport più bello del mondo anche perché c’è la tifoseria negli stadi. Se si toglie loro la possibilità di andare allo stadio, questo sport perde molta della sua attrattiva. Lasciare a casa i tifosi è uno sbaglio, a prescindere che siano juventini, dell’Empoli o del Catania».
Lo dica a Maroni.
«Per lui sono provvedimenti dolorosi. Non è una polemica nei suoi confronti. È tifoso del Milan e ha tutto l’interesse che perda l’Inter. La provocazione è un’altra. Ho chiesto di andare a vedere la partita anche se non dovrei poter accedere a San Siro. Se l’Inter sarà magnanima e mi farà passare, sarò in imbarazzo nei confronti dei tifosi juventini. Se voi giornalisti scriveste che c’è una disparità di trattamento, avreste tutte le ragioni».
E se le si chiedesse di restare a casa per solidarietà?
«Risponderei di no. C’ero pure l’anno scorso. Sono un tifoso accanito e spero che ci sia un ripensamento per tutti i tifosi».
In fondo, è come se lei proibisse la circolazione il sabato sera per evitare gli incidenti...
«O come se si chiedesse ai ragazzi di non uscire di casa. Sarebbe troppo. C’è già una selezione per andare allo stadio perché si mette a disposizione della squadra ospite un certo numero di biglietti. A Milano ci sarebbe comunque un 80% di interisti»
Inter-Juve non è l’unico caso: domenica i tifosi napoletani non potranno andare a Bari.
«Ho sollevato ora il problema perché è proibito agli juventini, ma ho sempre provato imbarazzo per i tifosi che non potevano seguire la propria squadra. O si gioca senza tifosi, e sarebbe sbagliato, oppure ci si ripensa».
Invece per il derby Lazio-Roma...
«Certo! Come si fa a proibire ai romani d’andare allo stadio? Come s’identificano?».
Ci sarebbe la «tessera del tifoso».
«È un discorso diverso. Non si può proibire a una tifoseria di seguire la propria squadra».
Le nuove intercettazioni acquisite per Calciopoli avveleneranno ancor di più il clima.
«La Juventus ha già pagato. Se ci sono altri che hanno sbagliato, è giusto che paghino anche loro. La Juventus se n’è andata in serie B e avrebbe dovuto difendersi meno blandamente».
Inter-Juve avrebbe potuto trasformarsi in una bolgia.
«Lo scontro tra juventini e interisti c’è sempre stato e ci sarà sempre. Noi vogliamo togliere lo scudetto all’Inter domani. Per questo motivo domenica scorsa l’Olimpico di Torino è esploso quando ha segnato la Roma che non ci è simpatica».
Bollettino della Digos di oggi (ieri, ndr): 61 denunciati per Cagliari-Milan e 4 arresti per Verona-Pescara in Prima divisione.
«Non bisogna pensare che tutti i tifosi siano imbecilli. Chi imbecille è, imbecille resta. Comunque».
Gli stadi di proprietà potrebbero rappresentare una soluzione?
«Creano occupazione e potrebbero costituire una fonte di finanziamento per le società, ma è un altro discorso».
Quindi domani sera ci saranno privilegiati come lei e il suo collega juventino Veltroni, se volesse andare allo stadio.
«Spero che mi facciano entrare e che ci possano andare anche gli altri tifosi».
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