Cronaca locale

Maturità, i candidati non si mettono alla «prova»

Oggi nelle scuole è il giorno del secondo scritto

(...) «E comunque non all’ultimo anno. Le tracce dettate quest’anno mi hanno deluso: sono fatte per una scuola che non c’è. La scuola ha bisogno di dare ben altre prove su cui misurare la propria preparazione».
La prova di italiano, sei ore massime, col solo vocabolario in mano, non sembra aver impensierito più di tanto. Diodato Pellegrino, uno degli 007 che vigilano sulle operazioni, dà una spiegazione: «Ho appena trasmesso al Miur i dati sul tipo di prova scelto dai nostri candidati – dice –. Nella stragrande maggioranza hanno preferito svolgere il saggio breve, che di fatto rappresenta la modalità più facile per svolgere la prova. Ormai sono davvero pochi gli studenti che hanno l’orgoglio di dimostrare che sanno affrontare le questioni più impegnative: l’esame di Stato è un passaggio che si vuole lasciare alle spalle senza troppi intralci». Carlo Pedretti, dirigente del Parini: «Ormai per i nostri ragazzi è più difficile affrontare l’esame per la patente di guida che la maturità». Forse sta suscitando più preoccupazione nei candidati la prova scritta di oggi, diversa a seconda dell’indirizzo di studi, e comunque più attinente ai tipo di corso seguito. Per questo ieri mezzogiorno, lasciata l’aula del tema di italiano, gli studenti correvano a casa per dare l’ultimo ripasso alla materia del secondo scritto. La terza prova scritta, quella dei test, è fissata per il 27 giugno. Poi, a seguire, i colloqui orali, Già il 29 giugno molte commissioni, soprattutto quelle con un numero di candidati ridotti, hanno già convocato il primo gruppo di candidati. Sul fronte dei controlli degli 007, poi, non si è almeno finora verificato alcun incidente di rilievo. «I colleghi ispettori che sono nelle scuole - dice Diodato Pellegrino - si sono limitati a distribuire qualche consiglio a qualche presidente incerto. Finora è andato tutto liscio».
Sotto particolare osservazione, comunque, saranno le scuole private legalmente riconosciute dove in passato si adottavano dei criteri di valutazione molto morbidi, soprattutto nei confronti dei candidati privatisti.
Le commissioni hanno potuto lavorare al completo sin dal primo momento perché è stato ormai da alcuni anni eliminato il tormentone dei commissari che davano forfait all’ultimo momento. Ora i commissari sono lì a scuola, sono gli stessi insegnanti di classe.

Difficile scappare.

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