Mau Mau, gran finale da «Dea»

La band, che salirà sul palco in formazione allargata, chiude l’undicesima edizione del MilanoFilmFestival: serata tutta da ballare

È stata una piccola rivoluzione quando, nel 1991, i torinesi Mau Mau, ospiti questa sera dell’happening finale all’Arena Civica dell’undicesima edizione del MilanoFilmFestival (dalle 23, ingresso 5 euro), si sono affacciati sulla scena musicale italiana: per i testi, mai banali, in piemontese; e per le sonorità, curioso intreccio di rock, world music e attitudine hip hop. Non a caso si è scritto che i Mau Mau (il termine si riferisce al gruppo di liberazione del Kenia dalla colonizzazione inglese, ma in dialetto piemontese significa «quelli che vengono da lontano, magari scuri di pelle, certamente poveri») sono stati «glocal» - e, cioè, aperti al mondo e, al tempo stesso, vicini alle tradizioni della propria terra - ben prima che il neologismo diventasse di moda.
Da Sauta rebel (il disco manifesto degli esordi, inciso per la mitica etichetta indipendente milanese Vox Pop) in avanti, hanno fatto tanta strada: artisticamente e pure fisicamente, con lunghi viaggi alla scoperta delle radici musicali del Sud del mondo. Dieci anni dopo, ecco l’inatteso stop alle operazioni, contrassegnato da un cd antologico che sembrava preludere all’addio. Sensazione suffragata anche dall'evidente desiderio di intraprendere altri percorsi artistici (musicali e letterali) da parte delle due anime della banda, Fabio Barovero (tastiere) e Luca Morino (chitarra e voce). La coppia si è però ritrovata nell’estate 2004 e, con il fido percussionista Tatè Nsongan, ha ripreso le fila di un discorso interrotto nell’unico modo possibile: ricominciando a suonare insieme e a scrivere nuove canzoni. Risultato: Dea, pubblicato la primavera scorsa su etichetta Mescal.
Nel nuovo album, i Mau Mau, novelli «tropicalisti piemontesi», hanno adottato come stella polare le musiche e i ritmi del «continente» brasiliano (Bahia e dintorni), coniugandoli con la forma canzone di casa nostra, l’elettronica e i ritmi afro.

Un lavoro riuscito, ricco di suoni, intuizioni e non privo di momenti radiofonici: dalla conturbante Dea al simil-reggae di La casa brucia, dove compaiono le «voci» dei Sud Sound System, fino alla patchanka di Can anrabià, quasi un ritorno alle origini.
Lo spettacolo dal vivo dei Mau Mau (in formazione allargata) sarà sgargiante, ritmico e tutto da ballare.

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