Marco Lombardo
«Non importa in che modo». Già, non importa se Amelie Mauresmo corona il sogno di una vita - vincere un torneo del Grande Slam - sollevando il trofeo degli Open dAustralia dopo il ritiro di tre avversarie, la Krajicek al terzo turno, la Clijsters in semifinale e la Henin nella partita decisiva. Già, non importa se Amelie Mauresmo sarebbe stata «pronta a morire sul campo» e invece la sua avversaria non lha fatto abbandonando la battaglia sul 6-1, 2-0 con i crampi allo stomaco e lasciando il dubbio che sarebbe potuta finire in modo diverso. Insomma, non importa se Amelie ha vinto un po così perché lei, la ragazza che sembrava perennemente vittima delle sue paure tennistiche e no, ora è una donna diversa e non certo perché a un certo punto ha detto al mondo quello che tutti già sospettavano: «Sì, ho una fidanzata». In quel momento Amelie si è liberata dei suoi fantasmi ed è diventata quella che oggi solleva il trofeo e dice orgogliosa: «Cè voluto del tempo, ma ora ho compiuto il mio percorso».
Amelie Mauresmo, sembrava così dura eppure era così fragile. Ma adesso è davvero una numero uno del tennis, anche se la classifica domani la metterà al numero due. Lo è stata - numero uno per la classifica - per cinque settimane nel 2004, ma allora era una semplice combinazione matematica. Mentre adesso, a 26 anni, sa che sono le altre ad avere paura di lei, della sua maturazione, delle sue nuove sicurezze. È accaduto a Melbourne, perché quasi sicuramente sarebbe finita così anche senza ritiri, perché lei sarebbe stata pronta a morire sul campo, lo dice «senza far polemica» con la sua avversaria ma con un pizzico di gusto: «Era il mio giorno, lo sentivo. Ho giocato un grande tennis, ho dominato, la soddisfazione è comunque grande, nessuno me la può togliere».
Festeggerà a vino rosso, lei che ha una cantina in casa ed è una vera e propria sommelier. Bordeaux prego, specialmente il Mouton Rothschild, con gli auguri di Chirac arrivati da Parigi: «Grazie a te la Francia è tornata a dominare il tennis». Già, perché la Mauresmo aveva appena vinto anche la Fed Cup - la coppa Davis femminile - ed ora ecco lAustralia, il trofeo, il trionfo: «Tutti i tasselli del puzzle sono andati finalmente a posto». Il tennis femminile dunque ritrova una regina, orfano delle Williams, costretto a rivedere in campo la Hingis, con la Cljisters e la Henin ormai così fragili, la Davenport al tramonto e la Sharapova che sembra aver consegnato la testa ai dollari della moda.
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