nostro inviato a Strasburgo
«Niente Torino-Lione? Sarebbe di una gravità tale che al governo non resterebbe che dimettersi». Mario Mauro, vicepresidente azzurro dell'Europarlamento non ha dubbio alcuno. «Ma se è stato lo stesso commissario ai Trasporti Barrot - sottolinea - a far presente a Prodi in una lettera che l'Italia rischia di rimanere isolata al di là delle Alpi dal resto d'Europa... Come si fa a non tener conto di questo allarme?».
Insomma non crede che Prodi alla fine possa darla vinta ai no-Tav.
«Sarebbe di una gravità devastante! Anche perché questo governo, come quello precedente, ha molto insistito coi francesi perché procedessero sull'altro versante. Come si potrebbe giustificare con Parigi una resa senza condizioni a chi si oppone alla linea? Pensate cosa direbbero di noi da quel momento in tutte le capitali del continente: inaffidabili, pasticcioni, incapaci...».
E intanto sfumano a quel che sembra anche ponte di Messina e linea veloce sul Brennero...
«Ed è una ulteriore follia perché i nostri tre progetti avevano i maggiori punteggi tra quelli presentati, visto il riconoscimento di necessità ottenuto. Erano snodi vitali che l'Europa era pronta a riconoscere e su cui si sarebbero rivolti finanziamenti. Anzi, a dirla tutta, proprio il ponte sullo Stretto era il più facile tecnicamente a realizzarsi, senza contare che non troppi anni fa lo stesso Romano Prodi si era speso per la sua costruzione».
Mentre adesso...
«Ci fa assistere a uno spettacolo deprimente. Anche se spero che Di Pietro e qualche altro si spenda ancora per l'approvazione di tutti e tre i progetti».
E se dovesse invece cedere il passo ai no-Tav, Di Pietro si dovrebbe dimettere assieme a tutto il governo?
«Eh no! Lui almeno un giorno prima degli altri visto che ha sempre detto che la Torino-Lione si sarebbe fatta. A questo punto vediamo quanto conta la sua parola!».
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