Milano - Non si possono fare i conti senza l'oste. E non si può parlare di scuola senza tirare in ballo l'altra metà del cielo, anzi dell'aula. Al di là della cattedra si stende un mondo spesso sconosciuto: gli studenti, i reali fruitori dell'istituzione scuola. Mauro Indini ha diciotto anni e sulla carta d'identità, come professione, è rubricato come studente.
Mauro, di solito chiediamo qual'è il ricordo delle tue scuole superiori. Per te il liceo è ancora una realtà, che impressione ne hai?
Tutto sommato buona. Io frequento una scuola privata, il Liceo Scientifico Don Bosco a Milano, e non posso lamentarmi della preparazione. Forse dovrebbe cambiare la scuola in generale, dovrebbe aggiornarsi. E poi, in quest'ultimo anno, mi sono reso conto che quello trascorso tra i banchi di scuola è uno dei momenti più belli della vita. Non ci sono grosse preoccupazioni, non si deve pensare al lavoro o all'affitto e si possono coltivare molte amicizie.
Come vorresti che fosse la scuola del futuro?
Mi piacerebbe che ci fosse più interesse e attenzione per lo studente inteso come individuo. Sarebbe anche una grande opportunità poter scegliere liberamente alcune materie di studio.
Mauro: "La scuola del futuro? Si sceglieranno le materie"
Mauro, studente del liceo scientifico: "Nella scuola del futuro vorrei che si potessero scegliere liberamente almeno alcune materie di studio da aggiungere a quelle fondamentali. Il modello? Quello statunitense"
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