Maxi consulenza all’ex deputato ds coinvolto nello scandalo lottizzazioni

SOLDI Petrella, già intercettato mentre trattava sulle nomine Asl, s’aggiudica un incarico da 180mila euro

NapoliIl primo gennaio 2010, il professor Giuseppe Petrella, non ha festeggiato solo l’arrivo del nuovo anno, ma anche l’inizio di una consulenza professionale che gli frutterà 60mila euro l’anno (lordi), per la durata di tre anni (totale, 180mila euro).
Il cadeau gli era arrivato qualche giorno prima, sotto Natale, da Luigi Annunziata, direttore generale dell’Azienda ospedaliera Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta. Un bel colpo, non c’è che dire, per il professore, ex parlamentare degli ex Ds ma, soprattutto, amico personale dell’ancora per poche settimane, presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino, imputato eccellente nell’ambito del processo sullo scandalo dei rifiuti.
«Il consulente deve espletare attività finalizzata alla patologia oncologica dell’apparato digerente e dell’oncoplastica della chirurgia senologica» è spiegato nella delibera dell’Azienda ospedaliera casertana, con la quale viene conferito l’incarico a Petrella, Ordinario dell’Università Tor Vergata. Nonostante le polemiche divampate nei mesi scorsi sulle consulenze elargite agli amici e agli amici degli amici, lo scandalo continua.
Il nome di Petrella è legato ad una vicenda che circa quattro anni e mezzo fa, proprio in merito ad un pacchetto di nomine da fare nell’ambito dei vertici Asl campani, provocò una forte indignazione nella opinione pubblica. L’allora parlamentare diessino restò impigliato in quattro intercettazioni telefoniche, ordinate nel luglio del 2003 dalla Procura di Napoli ed eseguite dalla Guardia di Finanza di Pozzuoli. In una di queste conversazioni, tra Petrella e l’allora direttore generale della Asl Napoli 2, Pier Luigi Cerato, l’ex potente diessino, disse al dg della Asl, a muso duro, quanto segue. «Io ti ho detto che abbiamo dei problemi politici. Con tutto il centrosinistra. Tu, quindi, prendi questa cosa, mi dispiace, è sbagliatissima. Perché l’hai fatto senza stare a sentire nessuno. Poi, se ognuno di noi può fare quello che vuole, allora fatelo. E poi dopo, quando si fanno verifiche, eh, non è che ognuno di noi sta in un posto perché è stato voluto dal Signore. Io sto in un posto perché mi sono state affidate determinate cose che debbo fare. Se ognuno di voi pensa di agire come vuole. Bene. Siete padroni di fare quello che volete. Però, però con noi è chiusa».
Le quattro intercettazioni telefoniche furono autorizzate dalla Procura napoletana nell’ambito di una inchiesta sui vertici della Asl Napoli 2. Indagine poi culminata successivamente con l’arresto di nove persone. Quelle telefonate intercettate non provocarono strascichi penali ai diretti interessati ma aprirono uno squarcio sulle lottizzazioni sanitarie.
In un’altra telefonata intercettata dagli investigatori, Petrella accusava Cerato di avere «fatto una cosa pessima», cioè, aveva nominato un’altra persona al posto di quella designata dal partito all’incarico di direttore sanitario di una Asl napoletana. «Questo non ha i titoli», provò a spiegare il super manager a Petrella. «Era tuo dovere chiamarmi. E non l’hai fatto - proseguì Petrella -. Quindi hai già fatto un fatto del genere e ti assumi tutte le tue responsabilità.

Però con il partito e con noi è finita. Te lo dico guarda, perché metti in condizioni politiche una cosa che tu non ti immagini neanche». Infine: «Ti prego di prendere questa cosa e di stracciarla, perché succede un casino».

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