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Maxi incendio Pier Lombardo. In tre rischiano il processo

La Procura ha chiuso le indagini con l'accusa di incendio colposo ed ora è prevedibile la richiesta di rinvio a giudizio

Maxi incendio Pier Lombardo. In tre rischiano il processo
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Tre persone rischiano il processo per il maxi incendio dell'11 maggio del 2023 tra via Pier Lombardo e via Vasari. La Procura ha chiuso le indagini con l'accusa di incendio colposo ed ora è prevedibile la richiesta di rinvio a giudizio.

Gli indagati sono, spiega la Procura, «il legale rappresentante della Linde Medicale srl e della Linde Gas Italia srl», partecipate «al 100% dalla francese Linde Holdings sas», a sua volta «controllata dal colosso del gas inglese Linde plc, quotata sul Nyse». Poi la legale rappresentante «dell'impresa di autotrasporti appaltatrice della Linde Medicale» e il conducente del furgone da cui si è propagato il rogo. Quella mattina si verificò una serie di «drammatiche esplosioni seguite da un incendio che ha coinvolto cinque stabili»: tre condomini con un totale di 16 appartamenti andati a fuoco, un istituto religioso e il teatro Franco Parenti. Non ci furono vittime. Come spiega l'aggiunto Tiziana Siciliano, dopo gli accertamenti del pm Luca Gaglio e dei vigili del fuoco la causa dell'esplosione delle bombole di ossigeno a pressione sul furgone è stato «un errore del conducente del furgone, che riponeva nell'abitacolo dell'automezzo un recipiente criogenico di ossigeno liquefatto di tipo portatile (un cosiddetto stroller) senza stivarlo nell'apposito alloggiamento» e senza «fissarlo».

Così lo stroller «si rovesciava sul pavimento dell'abitacolo e perdeva ossigeno criogenico, che già solo venendo a contatto con i materiali combustibili», come «l'olio lubrificante dei pedali», ha generato un primo incendio.

Inoltre Linde Medicale non avrebbe scelto «un autotrasportatore dalle caratteristiche adeguate al tipo di merce» e non ne avrebbe curato la formazione. E nessuno avrebbe vigilato sulle modalità di carico dell'ossigeno.

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