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Il maxi Salone schiaccia i mini editori?

Una delle edizioni più glamour della Fiera di Torino per i piccoli è stata un "incubo"

Il maxi Salone schiaccia i mini editori?

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Alla fine, a bocce ferme, si può dire che quest'anno il Salone del libro si sia diviso in due, per usare una metafora letteraria, che si sia scisso nella dottoressa Jekyll (vista la vocazione al femminile, sia in molti ruoli chiave che nei manifesti) e nel vecchio, solito e cattivo mister Hyde.

La rassicurante dottoressa Jekyll con la shopper figa della Vita immaginaria, i record di presenze, le super ospitate e le passerelle telefonate dei politici (buoni a patto che non scrivano) l'hanno vista tutti in tecnicolor e in quadricromia sui giornali e sulle riviste.

Il mister Hyde di tutta la faccenda sembrano averlo visto soprattutto i piccoli e piccolissimi editori. Che sono quegli editori, è bene ricordarlo a chi è del settore, che si sono chiusi a falange oplitica nel difendere il Lingotto quando molti medi e grandi erano pronti a spostarsi a Milano per un sacco di motivi che non val la pena enumerare. Bene, i piccoli editori sembrano non aver particolarmente apprezzato l'organizzazione del Salone e la polemica è esplosa sui social.

A lanciarla, tra gli altri, Emmanuele Pilia di D Editore e nel direttivo dell'Associazione degli editori indipendenti (Adei). Per usare le sue parole su Facebook: «Il layout esterno è stato pensato in modo da spostare moltissimi parcheggi per noi espositori, costringendo la maggior parte di noi anche a venti minuti di cammino... Non dimenticate che noi editori siamo lì per lavorare, che dobbiamo portare carichi pesanti e che carta e pioggia non vanno proprio d'accordissimo. Infatti, ha piovuto spesso in quei giorni. Il caos parcheggi ha avuto il suo picco durante le ore del disassemblaggio degli stand: mentre in passato si poteva avvicinare l'auto fino all'ingresso dei padiglioni, quest'anno la distanza minima era di quasi un centinaio di metri allo scoperto...». Può sembrare un dettaglio ma i libri per i piccoli editori sono preziosi, le vendite o le copie rovinate al Salone per loro contano. Contando che mancavano anche indicazioni chiare e mappe per rintracciare facilmente eventi e stand, Pilia ha chiesto che sul tema si riunisca il direttivo dell'Adei. Un'altra piccola editrice - molte delle perplessità sono state raccolte dalla pagina del gruppo Litweb - notava che: «Ci troviamo con un padiglione Oval dove sono raggruppati tutti i grandi gruppi editoriali. Viene pubblicizzato a martello... l'ingresso lato Oval, che così quando arrivi spendi lì tutto il budget. Dove hanno sistemato la Sala Oro che accoglie gli eventi con gli ospiti più importanti e attrattivi... Dove hanno piazzato anche il lounge per gli espositori, per sognare la vita immaginaria. E secondo voi, noi che siamo nel Pad. 2 o 3 o 1 possiamo farci i chilometri per andare a prendere un caffè al lounge? Nooo, noi dobbiamo lavorare...». A corollario, Fabio Mendolicchio di Miraggi edizioni ha proprio postato un video dei piccoli editori travolti dal temporale, mentre si aggirano, scatoloni alla mano. Non proprio simili all'ameno cicaleggio social su con che vestiti venire al Salone, al se mettersi o no le calze, che hanno caratterizzato la vita molto Oval di chi ha operai per montare lo stand e abbondanza di braccia librarie per spostare il tutto. O, meglio ancora, viene a fare una colta comparsata, preceduta da coltissimo parasalone romanocentrico all'Hotel Nh Torino Lingotto (esistono anche equilibri geografici da Salone). In tanta arrabbiatura Emmanuele Pilia è arrivato a mettere in discussione anche i numeri del Salone: «Il numero dei 220.000 ingressi registrati non ho idea da dove sia arrivato...». Ma sui numeri non si può far conto sulle impressioni, quel che resta al momento è il dato ufficiale, anche se ovviamente le vagonate di scolaresche per gli editori contano poco. Quanto al resto, dal Salone, sentito dal Giornale, rispondono con una dichiarazione del presidente Silvio Viale: «Il Salone è una fiera, tutte le opinioni degli editori per noi sono fondamentali. In questi anni il Salone ha avuto una crescita vertiginosa, ne siamo consapevoli... Quest'anno abbiamo avuto oltre 800 stand, abbiamo aggiunto un padiglione e cambiato alcune dinamiche.

Siamo sempre a disposizione degli editori per lavorare insieme e migliorare la logistica dell'evento. Anche quest'anno manderemo il questionario di gradimento agli editori e abbiamo in programma di incontrarli».

Qualcuno al Salone ha avuto la vita immaginaria. Qualcun altro avrà un questionario (e scuse?) dopo.

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