La «maxiemergenza»: in poche ore 266 ricoveri

Piazza Vittorio si è trasformata in un sito di primo soccorso. I 150 pompieri hanno portato tutte le persone in superficie in 30 minuti

da Roma

La gravità dell’incidente è stata valutata in due minuti. Sessanta secondi per allertare tutti gli ospedali di Roma, sei per far arrivare un primo presidio del 118: un’automedica e un’ambulanza. Sono state queste due prime unità giunte alla stazione della metropolitana A di piazza Vittorio a confermare, alle 9.37, lo «stato di maxiemergenza».
Erano le 9.31, è scritto nella relazione del 118 sul tamponamento tra i convogli nel metrò di Roma, quando «la richiesta di soccorso è giunta alla centrale». Ed è quello l’orario del terribile impatto dei due treni, approssimato di qualche secondo, in attesa della conferma ufficiale della scatola nera. Allertata l’unità di crisi, grazie al servizio via sms (quello di ieri mattina avvisava: «Incidente metro, numerosi feriti), nel giro di mezz’ora sul posto erano arrivate 28 ambulanze, sei automediche, un presidio di rianimazione. Era stata montata una tenda con psicologi per prestare soccorso ai passeggeri in stato di choc. La Protezione civile ha attivato il piano di sicurezza con l’invio di squadre di volontari e generi di conforto. Sono state chiamate «tutte le basi di elisoccorso regionale». Piazza Vittorio trasformata in un sito di primo soccorso, con barelle smontate e rimontate per caricare i primi feriti. E soprattutto un imponente dispiegamento di vigili del fuoco, 26 squadre e 150 uomini. Tutti i feriti sono stati portati in superficie dai pompieri «nel giro di trenta minuti», ha spiegato il comandante provinciale, Giovanni Parisi.
Prima 104, poi 110, infine 266: sono i numeri dei ricoveri via via aumentati nel corso della mattinata.

I feriti più gravi sono stati portati negli ospedali più vicini, Policlinico e San Giovanni, quelli più lievi al San Camillo, al Fatebenfratelli dell’Isola Tiberina, a Villa San Pietro, al Tor Vergata e al Sant’Andrea, alcuni fatti arrivare con autobus dell’Atac. È stato il 118 a coordinare i «codici» che indicano la gravità del ricovero. A metà pomeriggio la relazione aggiornava: «5 rossi, 19 gialli, 91 verdi e un decesso».

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