da Milano
Maximulta da 266,7 milioni per il cartello del bitume olandese. Così ha deciso la Commissione europea nei confronti di quattordici imprese, tra le quali spicca Shell, che dovrà pagare 108 milioni.
Secondo Bruxelles, i produttori - otto, fra i quali anche Kuwait Petroleum e Total - e i sei costruttori avevano creato un'intesa restrittiva della concorrenza: fissavano infatti il prezzo lordo del bitume da asfalto, prevedendo sconti particolarmente vantaggiosi per i costruttori di strade che partecipavano al cartello. Riduzioni inferiori invece per le altre aziende, costrette dunque a pagare di più.
Per i servizi europei alla concorrenza, questa intesa ha avuto l'effetto di svantaggiare i piccoli costruttori e di far lievitare il prezzo del bitume in Olanda. Si tratta di un mercato valutato nel 2002 attorno a 62 milioni di euro. Il bitume è un sottoprodotto derivante dalla lavorazione del petrolio grezzo e viene utilizzato principalmente per la produzione di asfalto, perchè serve da legante per la copertura del manto stradale. Attualmente altri controlli sui cartelli del bitume sono in corso in altri due Paesi europei, la Spagna e il Belgio.
L'ammenda è la settima in ordine di importanza finora inflitta dalla Commissione per questo tipo di infrazione, ha spiegato un portavoce dellAntitrust europeo. Per fissarla, la Commissione ha considerato il carattere grave dell'infrazione, le dimensioni ridotte del mercato in questione, la durata dell'intesa e l'importanza delle imprese coinvolte.
Inoltre, l'ammenda è stata maggiorata nel caso della società petrolifera Shell, condannata a pagare 108 milioni di euro, perchè «recidiva e per il ruolo di istigatrice giocato nella creazione del cartello», ha indicato un portavoce della Commissione.
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