Non poteva essere il match del secolo e non lo è stato. Si potrebbe riassumere il risultato e fermarsi lì, i libri della boxe hanno ben di meglio da ricordare e tramandare. Floyd Mayweather ha conquistato il mondiale medi juniors Wbc e Oscar De La Hoya ha subito la quinta sconfitta della sua dorata carriera. Quinta sconfitta negli ultimi dodici match, comunque un campanello per chi vuole intenderlo. Ha perso il campione della gente: per capire bastava ascoltare il tifo del ring side del Mgm di Las Vegas. Ha vinto il pugile più fresco e preciso, non proprio un re dello spettacolo e tanto meno, in questa categoria, un re da ko. Due giudici su tre hanno visto vincente il nero americano (115-113 e 116-112), il terzo ha visto davanti De La Hoya 115-113. Ed, infatti, nonostante la miglior precisione di Mayweather (43% dei colpi contro il 21% dellaltro) vale lincertezza nel giudicare un match dove nessuno dei due è stato assolutamente prevalente. Poteva starci un pari. De La Hoya ha condotto la sfida cercando colpi potenti e numerosi finchè le forze lo hanno sorretto. Mayweather è salito sul ring da peso welter, ha fatto la parte del comprimario punzecchiando lavversario molto più strutturato fisicamente, finchè non ha visto riflessi meno sicuri ed una guardia più perforabile. Il finale del match è stato suo, ma le differenze sono state minime. Floyd Mayweather senior, il padre di Floyd messo dietro la lavagna dal figlio, ha fotografato il match con contorni perfetti. «Pensavo vincesse Oscar ai punti: ha colpito di più ed è stato più aggressivo». Invece suo figlio ha colpito con più precisione.
Ma così è se vi pare: il match che ha fatto ricchi i pugili e la tv pay per view, ha arricchito la boxe solo di un nuovo campione da aggiungere alla gloriosa lista dei titolati della categoria. Boxe da gustare, non proprio da godere, emozioni poche. De La Hoya ha cercato anche lo spettacolo. Mayweather solo il titolo. «Nella boxe solo i migliori sopravvivono, lui è coraggioso ma gli ho dimostrato che non poteva battere il migliore».
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