(...) a votare la squadra a un umile pragmatismo tattico la Sampdoria rischia la serie B.
Analizziamo a cervello freddo.
La Sampdoria dai piedi globalmente scarsi e gli infortuni a livelli record gioca il calcio più farraginoso del campionato, nobilitato a tratti dai lampi di genio di Cassano.
Ogni tre gol subiti dalla difesa della Sampdoria, due sono da Gialappa's.
L'attacco della Sampdoria è il quint'ultimo del campionato, e la squadra non riesce a sradicarsi dal quint'ultimo posto.
Essendo faticosamente e meritevolmente tuttora impegnati su tre fronti, da domenica prossima - trasferta a Torino bianconera - gli eroici resti della Sampdoria dovranno sottoporsi a un nuovo allucinante «tour de force» da 7 partite in 3 settimane (Juve, Metalist andata e ritorno, Atalanta, Milan, Inter e Bologna), una ogni 3 giorni...
Così stando le cose e cioè sapendo che tutto gli rema contro, cos'ha fatto Mazzarri contro il Siena a Marassi? Oltretutto accorgendosi di avere un Lucchini a rischio muscolare in fase di riscaldamento, anziché tutelarsi col «3-5-2» (o meglio ancora con un più accorto «4-4-2») spericolatamente si è consegnato all'imperdonabile presunzione di schierare in partenza l'inedito tridente Bellucci-Pazzini-Cassano!
Risultato. Per non finire fatalmente in soggezione delle più sciolte ed incalzanti manovre avversarie, Mazzarri ha dovuto chiedere a un paio di attaccanti, e segnatamente a Pazzini e Bellucci, di sacrificarsi rientrando spesso e volentieri a «fare legna» fino alla propria trequarti e oltre.
Finché sul più bello si è trovato a dover sostituire un affaticatissimo Pazzini (che andava - e andrà! - invece mantenuto sciolto di muscoli e lucido di cervello in quanto fondamentale arma letale in zona gol) senza poter pescare dalla panchina il jolly Bellucci fresco, avendolo fatto spompare in campo...
La situazione di Coppe (Uefa e Italia) della Sampdoria è francamente stuzzicante, ma quella di campionato è seria. E grave. Sei punti di vantaggio sul terz'ultimo posto sono pochi, anzi pochissimi, se rapportati ai 45 ancora in palio e alla voglia di sopravvivenza di Torino Chievo e Reggina.
Mazzarri deve tutelarsi con un ferreo «3-5-2», se proprio non vuol saperne di un più tranquillizzante «4-4-2».
Cassano e Pazzini (con Bellucci in panchina pronto all'uso) vanno esclusivamente dedicati al gol. Agli altri otto colleghi di volta in volta prescelti il compito di accorciare al massimo su di loro e al contempo tutelare con concentrazione assoluta e senza fronzoli (bravo Stankevicius e bravo Dessena!) la porta di Castellazzi.
Quanto al Genoa, per nulla ridimensionato dalla Roma e cioè dalla squadra di gran lunga più brillante del campionato, apposta andavo - e vado e andrò - predicando misura e prudenza.
Conosco i miei polli.
Se per caso il Genoa arrivasse sesto e si gridasse alla delusione sarebbe la fine del mondo.
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