Mazzata: radiati Moggi, Giraudo e Mazzini

RomaRadiazione o per usare un tecnicismo «preclusione alla permanenza in qualunque rango o categoria della Figc»: questo il verdetto della Commissione Disciplinare per Luciano Moggi, Antonio Giraudo e Innocenzo Mazzini. Accolta la richiesta del Procuratore federale Palazzi formulata in due round (23 maggio e 6 giugno) e dopo 12 ore di udienza.
La Corte non ha concesso nessuna attenuante agli ex dirigenti della Juventus e all’ex vicepresidente della Figc. Non è stata accolta la tesi che il tempo passato, 5 anni dai pronunciamenti della giustizia sportiva, possa essere considerato un elemento di «decadenza» della proposta. «Non esisteva un limite temporale», scrive nelle motivazioni la Commissione Disciplinare, ribadendo in tutti e tre i casi «la piena e concreta attitudine a falsare la classifica attraverso una continua opera di condizionamento del settore arbitrale».
E sull’ipotesi che le intercettazioni bis «scoperte» dalle difese nel dibattimento penale a Napoli possano avere alleggerito la posizione dei tre, per la Commissione tali «ipotesi tutte da accertare» di «condotte analoghe non fanno venir meno la gravità» dei loro comportamenti.
Così la radiazione di Luciano Moggi deriva da una condotta dalle «aberranti conseguenze a cui ha condotto il modo di concepire la competizione e i rapporti tra società partecipanti ai campionati e tesserati» e «altamente inquinante della sistematicità e della stabilità organizzativa» del calcio. Si sottolinea poi come lo sport non possa abdicare all’osservanza dei principi di lealtà e probità, «pena la sua sopravvivenza».
«Chi fa queste cose ne pagherà le conseguenze, evidentemente qualcuno non ci vuole nel calcio, ora aspetto il processo di Napoli - la serena analisi di Moggi -. Mi aspettavo questa sentenza, per me non cambia molto, anche perchè in un mondo del calcio come quello di ora forse è meglio stare lontani che vicini. Il problema vero è che si sono fermati al 2006, evidentemente gli orologi si sono rotti. Io non mi arrendo, ci sono altri gradi di giudizio, vedremo il da farsi».
Per quanto riguarda Giraudo, la Disciplinare parla di «istituzioni asservite all’interesse dei pochi» e spiega di non avere accolto «la richiesta di valutare positivamente il suo comportamento nel periodo successivo» all’inibizione (la buona condotta sottolineata dai legali, ndr) in quanto «tale comportamento» pure rispettoso per la decisione stessa e per le regole federali «è estraneo alle sentenze rese».
Infine su Mazzini, «è stata accertata la straordinaria ed efficiente gravità delle condotte», la «ripetizione dei comportamenti antisportivi riconducibili al medesimo illecito disegno per favorire interessi di singoli», con l’aggravante della posizione di garanzia che avrebbe dovuto esercitare da vicepresidente federale. «Per me, più che questa sentenza, parlano gli oltre 40 anni di volontariato nel calcio. È stato fatto tutto, tranne la giustizia», così Mazzini.


Ora il ricorso alla Corte di Giustizia Federale per il secondo grado di giudizio (forse fra 15 giorni), infine la «cassazione» all’Alta Corte di Giustizia Sportiva presso il Coni o al Tnas. Anche se Giraudo pensa già di rivolgersi alla Corte Europea.

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