McDonald’s dice no allo sfratto e vuole 24 milioni dal Comune

McDonald’s dice no allo sfratto e vuole 24 milioni dal Comune

Prada batte Apple e si aggiudica i locali in Galleria. Ma, fermi tutti: per la casa di moda il trasloco non è esattamente dietro l’angolo. In quell’area ora c’è McDonald’s e sembra proprio che il fast food non abbia la minima intenzione di andarsene. O meglio, lo farà solo in cambio di una sede altrettanto strategica o di 24 milioni di euro di risarcimento. Una cifra impensabile, che il Comune non potrebbe mai sborsare, soprattutto di questi tempi.
Insomma, è vero che Prada ha vinto la gara ma prima c’è da risolvere un nodo piuttosto intricato: la doppia causa che McDonald’s ha intentato a Palazzo Marino contro lo sfratto (notificato la scorsa primavera) e contro il bando per assegnare i locali in Galleria (emesso ad aprile, poco prima dell’arrivo della giunta Pisapia). Una battaglia legale che rischia di posticipare, e non di poco, l’arrivo della griffe nell’angolo d’oro a fianco di Louis Vuitton e Swarovski. «Già è tanto se Prada riuscirà ad aprire per il Natale del 2012» pronostica Pier Antonio Galli, presidente di Salotto di Milano, l’associazione che rappresenta i negozi della Galleria. La griffe di alta moda si dovrà «accontentare» ancora per un po’ della vetrina che ha già e che si affaccia proprio sull’ingresso della mega paninoteca. «Sicuramente non ce ne andiamo prima della prossima primavera» tiene a precisare Paolo Mereghetti, responsabile della comunicazione di McDonald’s Italia.
L’azienda americana di fast food ha presentato un ricorso al Tar e ha avviato anche una causa in Tribunale contro Palazzo Marino: il contratto di affitto stipulato con il Comune risale infatti a prima del periodo delle concessioni. E per questo è equiparabile a un normale contratto di locazione, regolato quindi dal diritto privato. Ad oggi la situazione è questa: il contratto è scaduto da un paio d’anni ma McDonald’s, seppur sotto sfratto, risulta concessionario. E continua a servire McChiken e Big Mac menù e a dare lavoro a 85 dipendenti. «Contestiamo il bando di gara - spiegano i manager della catena - perché non tiene conto del diritto di prelazione di chi già era in affitto». Inoltre il gruppo contesta di aver ricevuto un trattamento un po’ bizzarro: «Un anno e mezzo fa si polemizzava sugli sfratti in Galleria. Ebbene, nei fatti siamo stati gli unici a ricevere lo sfratto».
Per rimediare il Comune, che mai avrà 24 milioni per liquidare la causa, sta tentando di risolvere la questione fuori dal tribunale. «Cercheremo altri locali dove McDonald’s si potrà spostare - assicura l’assessore al Demanio Lucia Castellano - Troveremo assieme all’azienda la soluzione più adatta». Già, ma per ora la proposta migliore che Palazzo Marino ha messo sul tavolo è viale Jenner. Per l’esattezza l’area delle ex docce pubbliche. Che non è esattamente come parlare di Ottagono e Galleria. «Milano è tanto grande - passa oltre Mereghetti - e aspettiamo altre proposte. Ma noi cerchiamo flussi di gente e una clientela come quella della Galleria è difficile da trovare». L’azienda accetterà le offerte del Comune purché vengano rispettati alcuni paletti: «Vogliamo poter mantenere il fatturato di adesso, che è pari a 5 milioni di euro all’anno, e garantire il posto di lavoro ai nostri 85 dipendenti».

Non è cosa da poco trovare una sede altrettanto golosa. Anche perché la sede della Galleria è tra le cinque che in Italia funzionano meglio. Intanto a Palazzo Marino c’è chi tifa ancora Apple e spinge per un suo ingresso in Galleria. Al di là del bando.

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