nostro inviato
a Montecarlo
Ci sarà pur un motivo se in trentanove anni di onorata carriera, la McLaren ha vinto il Gran premio patinato per tredici volte mentre la Ferrari, in cinquantasette stagioni cè riuscita solo nove volte? E ci sarà un motivo se la Rossa non compie limpresa dal 2001? E ci sarà un motivo se Kimi Raikkonen, ottavo, deluso, stanco, preoccupato, a fine gara, dirà: «Daltra parte qui la McLaren è sempre andata benissimo, anche quando faticava su tutti gli altri circuiti». Il Gran premio numero cinque dellanno finisce così, con lapoteosi di Fernando Alonso dominatore (per lui pole, giro veloce e vittoria, la seconda consecutiva); e finisce con Lewis Hamilton sempre più prodigio, visto come sta azzerando tutti i record del passato: ancora a podio, ancora secondo, sempre primo, ma di nuovo in comproprietà con il capo squadra. Trentotto i punti per loro, cinque in più di Massa, comunque ottimo terzo. Situazione più tesa nella classifica costruttori, dove la doppietta di ieri costa alla Rossa un distacco salito a venti lunghezze. Mica bello.
Fatto sta che, graduatoria a parte, la Ferrari è preoccupata: nel box monegasco tutti sperano che a complicare loro la vita sia solo la vecchia storia che vuole questo circuito maledettamente ostico, e non un devastante salto in avanti delle frecce dargento. «Sono stati più bravi», non si nasconde infatti monsieur Jean Todt, «ma alla fine, compreso che non si poteva far di più e visto il tempo perso dietro i doppiati, abbiamo pensato solo a portare a casa il podio di Massa... E adesso al lavoro... Kimi? Ovvio che lui non sia contento: ha preso un punto in due gare. Però questo lo renderà ancora più cattivo». E infatti: «Ora è tutto più difficile, ma mi sento sempre in lotta per il mondiale, certo, devo però sbrigarmi a vincere di nuovo», ringhierà luomo del nord. Strano, ma al confronto sembra più mogio Massa: «Anche dando il 150% negli ultimi giri, il risultato sarebbe comunque stato lo stesso. Qui loro erano troppo più veloci e poi quanti doppiati: Trulli e Davidson, che ha distrutto la mia gara. Neppure la mossa delle gomme extrasoft ci ha aiutato. Sono lunico non doppiato? Almeno questo. Però piano con le sentenze, non siamo neppure a metà campionato. Ora pensiamo solo a fare due gare bellissime in America».
Anche perché bella, quella di Montecarlo, proprio non lo è stata. E parliamo dello spettacolo offerto dal gp cittadino, tanto più in un periodo in cui si fa di tutto per averne altri. Daltra parte, si sa da sempre che, nellassenza totale di sorpassi per bravura altrui, ci sono solo due possibilità perché la corsa di Montecarlo non ti accompagni a nanna. La prima: che vinca una Ferrari o il pilota più amato. Nello specifico, in Spagna sarà tutta unode alla bellezza della gara di ieri. Seconda possibilità: che succeda lira di dio in partenza, che durante la gara piova, nevichi, grandini, che la safety car la faccia da padrona scombinando le gerarchie della pista. Tutti interventi imprevisti di cui non sè vista traccia. Tolte queste remote chance, la gara tra i palazzi è generalmente pallosissima. Ieri di più. Cinquanta e passa giri in attesa di vedere se il pit stop finale (quello delle due McLaren), il secondo, avrebbe consegnato al podio quanto aveva regalato la pole del sabato: e cioè primo Alonso, secondo Hamilton e terzo Massa. Con laggiunta della conferma di Fisichella quarto. Ed è andata proprio così.
Al via lo spagnolo e il prodigio di colore sono scattati alla perfezione senza intralciarsi e senza venire intralciati da Massa. E poi via, in trenino fino al termine della corsa.
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