Mea culpa Mancino: «Un autogol contestare gli 007 del ministro a Trani»

Lo riconosce anche il vicepresidente Nciola Mancino: «Bisogna ammettere che abbiamo fatto autogol in partenza». I 20 consiglieri del Csm sono stati troppo «precipitosi» chiedendo un intervento sull’ispezione di Alfano alla procura di Trani. Hanno dato l’impressione che si «volesse sindacare il comportamento del ministro», mentre questo compito «non spetta al Csm ma al Parlamento». Così si è provocata una «bufera», lo scontro con il Guardasigilli ed è dovuto intervenire il presidente Giorgio Napolitano, per ristabilire i confini. Per Mancino si è «raddrizzato il tiro» affidando alla VI Commissione l’incarico di fare un documento di carattere generale. Ma il vicepresidente racconta di aver «faticato tanto» per placare l’«aspro» conflitto, anche scrivendo a più personalità.

Alla fine il plenum ha approvato a maggioranza (contrari i laici Pdl, astenuta la togata Unicost Luisa Napolitano), una risoluzione in cui afferma che le ispezioni ministeriali non possono «mettere a rischio l’indipendente servizio della funzione giudiziaria». Così costringerebbero il Csm ad intervenire. Per Anedda del Pdl l’iniziativa del Csm è stata «un’intimidazione» verso gli 007 del Guardasigilli.

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