La Medaglia Miracolosa

Oggi ricorre la festa liturgica della Medaglia Miracolosa, mostrata dalla Madonna a s. Catherine Labouré il 27 novembre 1830 nella cappella del noviziato parigino delle vincenziane Suore della Carità al n. 140 di Rue du Bac (come ha notato Vittorio Messori, nella stessa strada stava l’ex convento domenicano di San Giacomo, dove alla fine del Settecento si riuniva il club chiamato, appunto, «dei giacobini»). La Vergine disse alla novizia: «Fai coniare una medaglia su questo modello: le persone che la porteranno riceveranno grandi grazie; le grazie saranno più abbondanti per coloro che la porteranno con fiducia». Tra le «grazie» dispensate da quella medaglia e che più hanno fatto clamore c’è la conversione istantanea del celebre intellettuale ebreo Alphonse Ratisbonne, che il 20 gennaio 1842 entrò ateo nella chiesa di Sant’Andrea alle Fratte a Roma e ne uscì cattolico (addirittura si fece, poi, prete). Nel 1918 in quella stessa chiesa celebrò la sua prima messa s. Massimiliano Kolbe, martire ad Auschwitz e fondatore di quella Milizia dell’Immacolata che proprio la conversione di Ratisbonne gli aveva ispirato.

Girovagando in Internet ho appreso del soldato italiano Lidio Felini, miracolato dalla Medaglia in Abissinia (del suo caso si occupò, all’epoca, il «Corriere della Sera»): la Medaglia, che portava in una tasca della giubba, fermò una pallottola cosiddetta «dum-dum», cioè esplosiva. L’effetto di questi proiettili era così devastante che le convenzioni internazionali li proibirono. Il miracolo sta (anche) nel fatto che la Medaglia (1,5 cm.) era d’alluminio.

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