Mediaset passa al contrattacco. E in relazione alla notizia che la Procura federale svizzera starebbe per formalizzare uninchiesta per riciclaggio di denaro, in collegamento alla compravendita di diritti televisivi per importi «gonfiati», precisa di essere totalmente estranea alla vicenda, e anzi di essere «parte lesa» nel cosiddetto processo Mediatrade.
Lindagine elvetica, che coinvolge quattro manager e che vede congelati in banca circa 150 milioni di franchi svizzeri, è indirettamente collegata al processo italiano, uno di quelli bloccati nelle more della decisione sul lodo Alfano. Mediaset, come si diceva, smentisce ogni coinvolgimento: «In merito a notizie di stampa che annunciano nuove inchieste della Procura federale svizzera rileva una nota del gruppo di Cologno Monzese Mediaset ribadisce la propria estraneità ai reati ipotizzati e precisa che nel cosiddetto processo Mediatrade è semmai parte lesa. Mediaset non ha mai accantonato fondi neri né in Svizzera né in alcun altro Paese, e ha interrotto qualsiasi rapporto con i manager coinvolti nelle indagini. Invitiamo pertanto ad evitare interpretazioni distorte che danneggerebbero ulteriormente la reputazione della nostra società».
Intanto, sul «no» della Consulta al Lodo Alfano, interviene lavvocato inglese David Mills, condannato in primo grado dai giudici di Milano nel processo per corruzione in atti giudiziari che vedeva coimputato anche il premier Silvio Berlusconi. «Da voi succede di tutto», ha detto il legale inglese, che in unintervista a Radio24 si è detto certo che pure «senza il Lodo si dimostrerà che il premier non centra».
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