da Milano
In Spagna ha ottenuto ascolti formidabili, tanto da battere le serie americane e diventare una delle fiction più viste della storia di Telecinco. In Italia il set è stato appena costruito e lunedì schioccherà il primo ciak. A Madrid si chiamava Hospital central, forse sarà mantenuto lo stesso nome, forse sarà italianizzato. Ma quello che è certo è che quindici attori, compreso Sergio Muniz, sono prontissimi a imitare il successo di E.R., la serie madre di tutti i «medical drama» di ultima generazione e, perché no, a sognare di diventare più celebri di George Clooney. Era dal 1981 che a Milano non veniva girato un grande serial. Lultimo fu Storia di Anna, con una pallida e problematica Laura Lattuada. Oltre un quarto di secolo dopo a testimoniare quanto Roma abbia fagocitato il mondo delle fiction ecco che si sceglie come cornice del nuovo ospedale televisivo il quartiere della Bovisa, diventato oggi un mix di università, loft e vecchie case di ringhiera. A voler ambientare la serie a Milano è stato lintero vertice aziendale Rai, con un progetto volto a portare la produzione a Milano, cominciato lo scorso anno - non con grande successo - con la sitcom A/R sui pendolari. Questa volta si spera di andare incontro a risultati migliori. Là, alla Bovisa, tra ex operai, immigrati, studenti e professionisti correranno le autoambulanze. Ma gli interni spettacolari del pronto soccorso dellimmaginaria azienda ospedaliera G. Morandini, il cuore della fiction, sono spuntati in via Mecenate. Sono 1500 metri quadrati, con corsie, barelle, le stesse strumentazioni che si trovano nelle vere cliniche. Ventinove ambienti differenti, dalle sale demergenza a quelle dosservazione, dalle poltroncine degli stanzoni dattesa ai lettini con i separé: su uno di questi cè un manichino, usato dagli attori per fare pratica e imparare, sotto locchio vigile dei consulenti medici, il movimento giusto. La maniacalità degli arredatori prevede il perfetto funzionamento degli orologi da muro e anche le sale di ricreazione hanno le macchinette del caffè già accese. Se non fosse per un dolly che troneggia davanti al banco dellaccettazione, sembrerebbe di stare nel migliore ospedale possibile, qualcosa che anche il presidente della regione Lombardia Roberto Formigoni potrebbe invidiare.
I camici bianchi piacciono parecchio a chi guarda la Tv. Oltre ai prodotti creati negli studios americani (ora in onda ci sono il Dottor House, Greys Anatomy, Saved), non sono poche le serie made in Italy, fra cui si ricordano Medicina generale, Nati ieri e la soap Un medico in famiglia e Incantesimo. Ma in questi plot era data importanza non tanto alle diagnosi, quanto agli intrecci sentimentali e ai siparietti familiari. Hospital Central (o comunque si chiamerà) si propone invece di cucire assieme vite private e carriere mediche, casi clinici da manuale e fatti di cronaca ripresi dai giornali, sorrisi dolci di infermiere innamorate e corse con il defibrillatore in mano. Limpegno dei produttori di Videomedia, al debutto sulle reti generaliste, è forte. Le riprese finiranno a giugno, ma forse già a maggio, su Raidue, sarà possibile vedere i primi episodi in cui, per esempio, il dottor Nicola Palumbo, «un uomo che si è fatto da solo, che viene da una famiglia umile», molla moglie e figli e sinnamora della bella pediatra. «Sì continua Muniz, alias Palumbo dopo la separazione sono diventato cinico e con i paraocchi. E per di più la collega fa la difficile». Insomma, un duro colpo per un sex symbol, ma lattore sa che anche nella vita si soffre: «Ho lavorato in varie produzioni, grandi e piccole - per esempio I Borgia che nei cinema spagnoli sono andati fortissimo - ma in Italia nessuno se nè accorto. Qua non mi perdonano di aver cominciato con Lisola dei famosi, non interessa se sono bravo, sperano solo che io faccia da richiamo per il pubblico». Da notare: in E.R. il pediatra rubacuori era lindimenticabile George Clooney.
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