Medico ucciso, 22 anni alla colf I figli: "Che rabbia, ride in aula"

Colturani morì durante una rapina in casa. Condanne anche ai complici

Dice che la cosa più difficile da digerire «è vederla ridacchiare mentre esce dall’aula». Matteo Colturani è in tribunale col fratello Luca. A uscire dall’aula è Tatiana Mitrean, la colf moldava accusata di aver preso parte all’omicidio di Marzio Colturani, il padre dei due ragazzi. Il medico, 64 anni, è morto soffocato da un bavaglio durante la rapina nella sua abitazione in via Comerio avvenuta lo scorso 13 novembre. Tatiana è stata condannata con rito abbreviato dal giudice per le udienze preliminari Federica Centonze a 22 anni e 8 mesi di reclusione (18 per omicidio, oltre a 4 anni e 8 mesi per traffico di droga). Ma per Matteo e Luca si tratta comunque di «una delusione».
«Le richieste di pena del pubblico ministero (34 anni complessivi) per me erano coerenti con quanto accaduto e al netto delle riduzioni previste dal rito abbreviato - si sfoga Matteo -. La sentenza mi pare sia andata un po’ distante. Spetterà ora al pm valutare se fare ricorso in appello». Ad ogni modo, «siamo delusi e per di più devo subire lo spettacolo di lei che ridacchia mentre esce trionfante dall’aula». «Se mi stupravano forse le davano 30 anni. In pratica siamo una parte offesa dal reato che si sente ancora più offesa», aggiunge Luca. È l’aritmetica della giustizia a rendere la condanna più «mite» di quanto i familiari della vittima si aspettassero.
Il gup, infatti, ha concesso alla donna le attenuanti generiche, nonostante le aggravanti contestate che sono quelle della crudeltà, della minorata difesa e del numero di persone. La pena è poi stata scontata di un terzo, perché l’imputata ha scelto il giudizio con rito abbreviato. Ma non c’è solo quello. «Sono sconcertato e amareggiato - insiste Luca - perché ho sentito dirne di tutti i colori su mio padre dal difensore della Mitrean». L’avvocato Pier Paolo Pasquariello «ha detto in aula che mio padre era un energumeno che ha reagito ai rapitori scatenandone la violenza. Lui che era un uomo di 64 anni e 64 chili di peso, malato».
E non consola i figli di Colturani il fatto che Tatiana non sia stata l’unica ad essere condannata. Il giudice, infatti, ha disposto per l’amante della moldava, Leonid Malush, una pena di 6 anni e 4 mesi di reclusione con le attenuanti generiche (2 anni e 4 mesi per favoreggiamento reale e personale e 4 anni e 30mila euro di multa per droga), 3 anni per la madre dell’imputata principale, Zanaida Ribeja (accusata di ricettazione ma assolta dall’imputazione di favoreggiamento del latitante Cogeban Vasile), e 10 mesi (con sospensione condizionale della pena) alla coinquilina di Mitrean, Inna Roska.
Una sentenza che non consola anche perché, all’appello, manca Vasile Cogeban, ora latitante in Moldavia, presunto componente del gruppo che la sera del 13 novembre scorso entrò nell’appartamento di via Comerio. Quattro banditi, secondo la ricostruzione degli inquirenti, sorpresero il medico nel sonno. Lo immobilizzarono con corde e nastri adesivi, portando via quadri e gioielli. Marzio Colturani morì soffocato.

Ma Vasile - individuato come uno del gruppo - è ancora libero, in mancanza di accordi bilaterali per l’estradizione tra Moldavia e Italia. «Ora - è il commento amaro di Luca - se ne starà seduto sul gruzzolo che ha ricavato da quella rapina».

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