Mediobanca avvia la campagna tedesca

Mediobanca avvia la campagna tedesca

da Milano

Alberto Nagel aggiunge la Germania alla geografia estera di Mediobanca. Piazzetta Cuccia intende conquistare sia il settore della finanza d’azienda (la cosiddetta corporate finance) sia quello della finanza strutturata tedesca, fino a raggiungerne il vertice nell’arco di cinque anni.
Il focus è attualmente concentrato sulla crescita interna, ma l’istituto milanese «è pronto a esaminare» eventuali acquisizioni: «Abbiamo la possibilità di crescere», ha spiegato Nagel, volato ieri a Francoforte per illustrare il piano d’attacco. È stata la prima conferenza stampa ufficiale in oltre sessant’anni di storia della merchant bank che ha così idealmente completato il percorso inaugurato qualche anno fa dall’ex presidente Gabriele Galateri di Genola per superare l’assoluta consegna di riservatezza imposta da Enrico Cuccia.
È di circa un miliardo il capitale a disposizione per lo shopping di Mediobanca che potrebbe quindi scommettere con forza sulla Germania sulla falsariga di quanto ha deciso qualche anno fa l’Unicredito dell’amministratore delegato Alessandro Profumo unendosi a Hvb.
A pochi mesi dall’apertura degli uffici avvenuta a luglio sono quattordici le operazioni sulla scrivania di Frank Schoenherr, l’uomo al quale Mediobanca ha affidato la responsabilità dei Paesi di lingua tedesca. Gli importi sono compresi tra 100 milioni e 2 miliardi mentre l’affare più importante è nel business delle infrastrutture: «Non vogliamo concentrarci sulle società del Dax 30», l’indice delle blue-chip della Borsa di Francoforte, ha aggiunto Schoenherr, ma «accompagnare anche quelle società di proprietà familiare e di medie dimensione che vogliono aumentare il business con l’Italia».
Dettagli finanziari a parte, a emergere è la sempre maggiore propensione internazionale di Mediobanca che, a tre anni di distanza dall’espansione in Francia, aggiungerà entro dicembre una base in Spagna per poi approdare a Londra nel corso del 2008. Sia in Francia sia in Spagna non sono escluse acquisizioni, ma Parigi e Berlino rappresenteranno anche i due poli di attrazione stranieri nel capitale della merchant bank, quasi riproponendo quell’accavallarsi tra le due potenze europee che ha a lungo accompagnato la politica estera dell’Italia pre-unitaria. La tedesca Sal Oppenheim figura, infatti, tra i candidati destinati a prendere posto tra i grandi soci di Mediobanca insieme a un altro esponente della squadra d’Oltralpe guidata da Vincent Bollorè e alla pattuglia italiana composta da famiglia Benetton, Popolare Vicenza, Mediolanum e Fininvest. Da risistemare c’è il 9,3% ceduto da Unicredit-Capitalia per non violare gli equilibri del patto di sindacato. Tutto si risolverà «entro qualche settimana», ha detto Nagel, ricordando che il gruppo ha raccolto l’interesse di numerosi potenziali investitori.

Con Sal Oppenheim «ci sono molte affinità e similitudini», ha aggiunto il banchiere, lodando il vertice dell’istituto di Colonia. Per poi specificare che sviluppare i rapporti «personali e d’affari» con quest’ultima «sarebbe di grande valore per Mediobanca». Quest’ultima, quindi, «guarderebbe con favore a qualsiasi tipo di legame».

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