da Milano
Per Mediobanca e per Generali il 2007 si chiude con alcune granitiche certezze: nella banca daffari, dopo il ridimensionamento di Unicredit, entrano nuovi soci tra cui la Fininvest e Benetton. Mentre in Generali non cambia nulla: il clamore sollevato dalla lettera del fondo Algebris sulla governance da rivedere e sulletà avanzata del presidente Antoine Bernheim, è stata definitivamente archiviata ieri, con le dichiarazioni di Tarak Ben Ammar (consigliere di Mediobanca, primo azionista delle Generali): «Tanto rumore per nulla». E Ben Ammar ha pure confermato la fiducia a Bernheim per restare fino alla scadenza del 2010: «E perché no? Con questi risultati, se fosse più giovane potrebbe andare anche oltre». Tuttavia limpressione è che la strada per un confronto tra i grandi soci dei due centri di potere finanziario del Paese verrà riaperta presto. Forse già entro la prossima primavera.
Ieri si sono chiuse le partite che sospese. Il patto di sindacato di Piazzetta Cuccia ha approvato la distribuzione della quota del 7,36% messa in vendita da Unicredit con lingresso di nuovi soci, tra i quali spiccano la Fininvest (con l1%), Benetton (2,17%) e il gruppo bancario Sal Oppenheim (1,7). Mentre Mediolanum, già presente nel patto, ha preso l1,5%, Bollorè e Groupama lo 0,25% a testa e Santander lo 0,5 per cento.
Un ulteriore 2% venduto da Unicredit è finito a Barclays, ma poi potrebbe anche andare sul mercato, facendo stabilmente scendere il patto di sindacato dal 47,7 al 45,7%. Unicredit ha chiuso con un incasso di 1,2 miliardi, di cui 549 milioni di plusvalenza. «Abbiamo deciso di acquistare una quota pari all1% di Mediobanca - ha detto il presidente di Fininvest Marina Berlusconi - perché la riteniamo uninteressante opportunità di investimento, in considerazione di elementi determinanti come la qualità del management, i risultati della gestione, limpulso allo sviluppo internazionale».
Sul fronte della governance il consiglio di sorveglianza di Mediobanca ha dato mandato al presidente Cesare Geronzi di approfondire «nelle forme più appropriate e facilitando incontri tecnici» con Bankitalia alcuni profili funzionali per migliorare loperatività del sistema duale. Si tratta dei regolamenti interni e delle norme per le nomine delle controllate. In ogni caso la «linea Geronzi», come anticipato dal Giornale, è ormai chiara: il presidente non cumula cariche e continuerà a rappresentare lazionista (sia in Mediobanca, sia in Rcs) senza candidarsi per il cda delle Generali e della stessa Rcs. Chiudendo così un altro fronte che era rimasto aperto.
Ma dopo la pausa natalizia cè da scommettere che, in vista dellassemblea delle Generali di primavera (26 aprile, nella quale si vedranno le quote dei fondi e di altri possibili azionisti interessati), il confronto riprenderà. Anche perché tra i grandi soci e nel cda della compagnia, convivono differenti visioni sulla migliore governance per il futuro.
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