da Milano
Squadra che vince, questa volta, è stata cambiata: Renato Pagliaro è il nuovo (e il primo) presidente del consiglio di gestione di Mediobanca, mentre Alberto Nagel sarà il consigliere delegato. Entrambi, in Mediobanca da sempre, rappresentano la continuità. Quello che cambia, rispetto alla squadra che ha gestito Mediobanca in questi ultimi 4 anni, è legato alla mancata riconferma di Gabriele Galateri, ex presidente del cda: per lui il ruolo di «senior advisor» per lo sviluppo estero. Mentre resta tutta da giocare la partita per due ruoli occupati da Galateri: i posti nei cda di Generali e Rcs.
Daltra parte sopra al cdg cè ormai un altro consiglio, quello di sorveglianza, con un presidente, Cesare Geronzi, che è poi il reale rappresentante della maison milanese e dei suoi grandi soci. Lo stesso Geronzi ieri, prima del cds chiamato a nominare il cdg, ha fatto visita al capo della sede milanese di Bankitalia per illustrare la nuova governance e tranquillizzare lIstituto centrale sulla reale volontà di tenere separati i compiti dei soci da quelli dei manager. In attesa che Bankitalia emetta il regolamento sul «duale», Mediobanca scriverà un suo regolamento provvisorio, per poi modificare lo statuto. Ma già da ieri i confini del nuovo corso sono segnati con chiarezza, tanto che risalta con forza la differenza tra il banchiere «romano» Geronzi, salito al vertice del board di diretta emanazione dei grandi azionisti, e la squadra milanese dei manager nati e cresciuti in via Filodrammatici. Il resto del board (in tutto, 6 membri) è composto dai tre vice dg Cereda, Di Carlo e Vinci, con lindipendente (revisore dei conti) Alessandro Trotter.
La prima giornata di Geronzi nella sua doppia veste di presidente del patto di sindacato e presidente del cds è iniziata presto. Dopo la visita in Bankitalia ha partecipato a un incontro del solo gruppo B dei soci «privati», tra le cui file, secondo le indiscrezioni di questi giorni, si contavano alcuni convinti sostenitori della candidatura di Galateri alla presidenza del cdg. Una riunione preparatoria, avviata con una relazione articolata, voluta dallo stesso Geronzi per dare la propria impronta alla nuova stagione del patto.
Poi cè stato il cds che ha deciso che Galateri, «non gestendo e non facendo parte degli azionisti, si sarebbe trovato in una posizione ambigua, non buona per la banca ma neanche per lui», ha detto Tarak Ben Ammar, aggiungendo anche che a proporre la nomina di Pagliaro è stato Nagel. Il cds ha anche provveduto a istituire tre comitati: nomine (Geronzi, Rampl, Tronchetti e Bolloré), remunerazioni (Geronzi, Ben Ammar, Strutz, Ligresti e Pesenti) e controllo interno (Casò, Pinto, Villa e Denozza).
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