Mediobanca dovrebbe chiudere lesercizio 2010-2011 con un utile di circa mezzo miliardo di euro, in linea con il budget e comunque superiore ai 400,8 milioni di profitti realizzati nel bilancio 2009-2010. Al momento di tratta di indiscrezioni trapelate al termine del consiglio di amministrazione della banca anche se lesercizio non è ancora terminato e le cifre definitive verranno comunicate al mercato con il cda del prossimo settembre. Nel corso della riunione di ieri sono invece state approvate le politiche di remunerazione, in linea con le indicazioni di Bankitalia. Il prossimo appuntamento è per il 22 di luglio quando il direttivo e lassemblea del patto di Mediobanca saranno chiamati ad affrontare il tema del rinnovo degli accordi parasociali in scadenza a fine anno (ma le eventuali disdette vanno comunicate entro settembre). Il tema di discussione sul patto fra i grandi azionisti sarà la governance: il patto, che oggi vincola il 44,34% del capitale, è suddiviso in tre gruppi. Ovvero quello delle banche, degli industriali e degli azionisti francesi di cui è capofila Vincent Bolloré. Ed è questultima cordata, il cosiddetto gruppo C cui è vincolato il 10% di Piazzetta Cuccia, losservata speciale nei prossimi mesi dopo la battaglia in Generali che ha coinvolto anche il finanziere bretone.
Le grandi manovre sono già cominciate. Secondo le indiscrezioni circolate ieri, il patto di sindacato di Mediobanca potrebbe vedere ridotta di qualche punto la sua quota sul capitale totale. A fronte della possibile uscita di alcuni soci, infatti, non sarebbero previsti nuovi ingressi. Tantomeno da parte delle fondazioni che hanno ricevuto pochi dividendi e sono impegnate in altre operazioni di sostegno alle banche partecipate, con gli aumenti di capitale in corso. Candidato a lasciare il salotto buono di Piazzetta Cuccia è Sal Oppenheim del gruppo Deutsche Bank (all1,7%), la holding spagnola dei Botin, Santusa (all1,84%) avrebbe mostrato poco interesse a restare mentre è incerta la posizione di Commerzbank (all1,7%). Sempre ieri sono circolati anche rumors su una possibile uscita del gruppo assicurativo francese Groupama che apporta al patto il 3,09% e detiene fuori patto un altro 1,8 per cento.
Per quanto riguarda il gruppo dei soci industriali, una fonte ha spiegato che «saranno tutti confermati» e che «Diego Della Valle ha espresso disponibilità a salire dallo 0,48% al 2% ma non sembra esserci spazio». Anche il nuovo patto sarà comunque articolato in tre gruppi: soci bancari, soci industriali e soci esteri.
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