Un mega «Fahrenheit», un irresistibile Poli e una scandalosa Eva

Ecco gli spettacoli milanesi più belli di inizio anno: Ronconi rilegge a suo modo il capolavoro di Bradbury, al Teatro Studio arriva un Grossman straordinario e la Robin’s «turba» il San Babila

Un mega «Fahrenheit», un irresistibile Poli e una scandalosa Eva

Se la notte di San Silvestro la scena dell’ex-Mediolanum allinea - come è di tradizione - gli ultimi successi del 2007 da smaltire tra spumante e sorrisi al gran brindisi di mezzanotte, il gennaio 2008 della città che impose Wanda Osiris al Lirico e alla Scala Maria Callas spalanca i battenti a una serie di revival succulenti e novità prelibate.
Cominciamo dal Piccolo che licenzia oggi in un’affollatissima pomeridiana al Teatro Studio «Gelatinosa principessa, figlia del Rajà di Barbaspessa», l’ultima fatica di Eugenio Monti Colla e delle sue meravigliose marionette (di nuovo presenti, nello stesso spazio, dal 3 al 13 gennaio con «La lampada di Aladino»), mentre al Teatro Strehler, dopo i «Mummenschanz», c’è grande attesa per «Fahrenheit 451», il megaspettacolo che Luca Ronconi ha desunto dal celebre romanzo di fantascienza dello scrittore americano Ray Bradbury che già ispirò il film di François Truffaut (dal 13 gennaio al 10 febbraio): un non-stop di più di quattro ore.
Dal canto suo il Teatro-Studio annuncia, dal 13 al 16 febbraio, per i palati più ghiotti lo straordinario «Vita e destino» che il grande Lev Dodin ha tratto dal bestseller dello scrittore ebreo sovietico Vasilij Grossman (pubblicato in Italia da Jaca Book), storia di uno scienziato ebreo russo che ha conosciuto la persecuzione nazista come l’orrore dei Gulag. Prima di ospitare, dal 22 gennaio al 3 febbraio, l’edizione-choc delle «Serve» di Jean Genet con Franca Valeri e Anna Maria Guarnieri che l’anno scorso destò sia entusiasmo che sconcerto per l’audacia dell’impostazione tutta giocata sull’inferno della vecchiaia.
Il Teatro dell’Elfo, invece, fedele alla politica di aggiornamento che da sempre ispira le sue scelte inaugura il nuovo anno, in via Ciro Menotti, con un Pirandello firmato Massimo Castri, che già ne diresse vent’anni fa un’edizione criticamente ineccepibile («Così è, se vi pare», dal 15 al 27 gennaio). Mentre al Teatro Leonardo, dal 15 al 20 dello stesso mese, va in scena «Sterminio» di Marcel Schwob, eclatante performance di Marco Martinelli che da un anno e passa è il fiore all’occhiello del ravennate Teatro delle Albe. Dulcis in fundo l’attesissimo «Mein Kampf» di George Tabori, uno degli autori più geniali delle ultime stagioni che, nell’edizione della Compagnia dei Fratellini segna il gradito ritorno alle scene di un regista come Egisto Marcucci. Ma la compagnia stabile del teatro che fa? Niente paura, all’Elfo dal 7 al 31 gennaio è programmata la ripresa del «Giardino dei ciliegi».
Al Teatro Carcano invece, appena partito il Balletto di Mosca applauditissimo in «Giselle», il capolavoro della danza romantica, dal 10 al 20 gennaio torna irresistibile Paolo Poli con quei «Sei brillanti» su testi firmati da Camilla Cederna e Natalia Aspesi prima di cedere il passo a Lella Costa nei panni inconsueti di Amleto (dal 23 gennaio al 10 febbraio).
Al Manzoni intanto fino alla Befana regna indisturbata la terribile Mrs.

Robinson di Giuliana De Sio, protagonista del «Laureato», seguita a ruota dal gran ritorno di Massimo Dapporto nel classico goldoniano «I due gemelli veneziani» (in scena dall’8 gennaio all’8 febbraio) che fu a suo tempo il cavallo di battaglia dell’indimenticabile Alberto Lionello, mentre al Nuovo fino al 17 febbraio è protagonista Christian De Sica in «Parlami di me» e al Teatro San Babila si annuncia un febbraio di scoppiettante ilarità con «Otto donne e un mistero». Che allinea il più eccentrico dei cast possibili e immaginabili data la pruriginosa presenza di Eva Robin’s e il tardivo debutto di Elsa Martinelli.

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