Megamoschea, via ai lavori La Lega: faremo le barricate

A Colle Val d’Elsa i comitati del no accusano: «Quel tempio diventerebbe la Mecca d’Italia»

Mimmo Di Marzio

da Milano

«Allah è grande», avrà senz’altro pensato ieri mattina l’imam di Colle val d’Elsa alla vista del picchettamento dell’area su cui sta per essere costruita la più grande moschea d’Italia dopo quella di Roma. Altro che bombe nel cantiere, come aveva minacciato a giugno Oriana Fallaci, passata nel frattempo a miglior vita. Ma Feras Jabareen, che agli anatemi ha sempre risposto con fruttuosa diplomazia, sa perfettamente che non sarà una passeggiata. Nel senso che il fronte del no, capeggiato manco a dirlo dalla Lega nord e poi da un comitato civico, certo non starà a guardare mani in mano il compimento di quella che per i più pessimisti diventerà la Mecca del centritalia.
La moschea infatti, voluta fortemente dalla giunta del centrosinistra che ha addirittura modificato il piano regolatore, avrà tutt’altro che carattere locale dal momento che i musulmani residenti sono solo poche centinaia. Le dimensioni del tempio, tremila metri quadri con tanto di cupola in oro alta sei metri e un minareto di 8,30 metri, permetteranno di ospitare fedeli da ogni parte della regione, considerato che Colle val d’Elsa ha una posizione strategica di crocevia tra le province di Siena, Firenze, Pisa e Grosseto. Ma a preoccupare i discendenti di Duccio non sono tanto le preghiere o i ramadam, quanto l’indotto di immigrazione per un piccolo comune di 20mila abitanti, su cui per altro gravitano numerose piccole medie imprese pronte ad assorbire manodopera preferibilmente a basso costo.
A nulla, fino ad ora, è dunque servita la raccolta di 4.000 firme per indire due referendum contro il progetto, e neppure i ricorsi al Consiglio di Stato, al Tar della Toscana e al presidente della Repubblica da parte dei due comitati. «Ma siamo pronti a iniziative clamorose - dicono i responsabili locali del Carroccio - già a partire dalla cerimonia per la posa della prima pietra, che avverrà certamente entro fine mese».
I leghisti lanciano pesanti accuse alla giunta ds guidata dal sindaco ds Paolo Brogioni: «Quell’area era destinata a un parco pubblico per il quartiere popolare dell’Abbadia. Ora solleciteremo il Tar per sapere quali sono sono stati i criteri di assegnazione del terreno, per il quale non è stata bandita alcuna gara d’appalto».
Ma nel mirino degli oppositori ci sono anche i «fiancheggiatori» del progetto, come il Montepaschi che lo ha finanziato con 300mila euro. «Io non posso dirlo perché lavoro in quella banca - dice un membro del comitato leghista - ma Borghezio lo disse già prima dell’estate: boicottate il Montepaschi chiudendo i vostri conti». Già, peccato non poterli assorbire nella fallita banca della Lega.
Nel frattempo, l’imam Jabareen dispensa messaggi conciliatori, sottolineando che l'edificazione del Centro si inserisce in un decennale percorso di dialogo e integrazione della locale comunità musulmana, «costruito attraverso un rapporto costante con le istituzioni, le associazioni e i cittadini di Colle val d'Elsa».

L’imam si dice certo del compimento di una missione: «Proseguiamo serenamente nel nostro cammino verso l'integrazione e la conoscenza - scrive in una nota - e al più presto sarà al lavoro il comitato scientifico di garanzia che porterà un contributo qualificato e determinante all'elaborazione di un progetto culturale di alto livello, aperto a tutti coloro che si riconoscono nei valori della pace e del dialogo».

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