La meglio gioventù del design che insegue solo la perfezione

Giovani e talentuosi. Intraprendenti, creativi, dotati di grande senso pratico. Il mondo intero si è fermato a guardarli, poco importa se solo per questa settimana, sette giorni in un anno. Perchè loro, il mondo, ce l'hanno già in tasca. Sono i designer emergenti. Un esercito di 700 inventori. O sognatori. O visionari, chiamateli come volete. A loro il salone del Mobile ha dedicato l'area Satellite, le riviste di settore le copertine e i servizi più importanti. Mica facile arrivarci, in fiera. I 700 lavori sono passati al vaglio di un comitato di selezione, i brevetti registrati, alcuni di questi sono già patrimonio delle grandi aziende. Molti designer sono italiani e non hanno neppure 35 anni. Alle loro spalle studi tosti: università, master, tirocini all'estero. C'è chi lavora in proprio, chi in uno studio associato, chi collabora con la bottega artigiana, chi ha scelto la scuola internazionale. Prendiamo Leonardo Talarico, 24 anni, milanese, perito industriale, mosso da una forte passione ereditata dal padre, ha "perfezionato" il suo stile, dividendosi fra la Saint Martins di Londra e lo Iulm di Milano, «così ho imparato sia a disegnare che a comunicare il progetto - ammette - Cosa mi piace? Viaggiare, osservare, ascoltare, scoprire, sperimentare, amo vivere». Insomma, un curioso, un sognatore ma anche un giovane molto concreto. Per lui il design «è il punto di incontro tra estetica e funzionalità». Al Salone Leonardo ha esposto tavolini in Corian per Cappellini.
Poi c'è Francesca Braga Rosa, 33 anni, di Vicenza, «dopo la laurea in architettura a Venezia, ho scoperto il design a Parigi. Nel 2005 ho aperto uno studio con Ivano Vinello a Vicenza in un palazzo palladiano» (ivdesign.it). Anche lei spazia da un interesse all'altro, a trecentosessanta gradi: «Amo l'arte, la fotografia, la cucina. Mi piace vedere con i sensi, disegnare con le emozioni, per me il design è libertà di capire, di immaginare, di interpretare la vita e la società con gli oggetti di tutti i giorni». Al Satellite Francesca ha esposto la serie Ipsilon composta da libreria, tavolo e sedia in acero. «Studiocharlie» (studiocharlie.org) riunisce quattro studenti bresciani: si sono incontrati al Politecnico di Milano e nel 2002 hanno deciso di aprire uno studio insieme. Gabriele Rigamonti, 34 anni, Carla Scorda, 34 anni e Vittorio Turla, 35 anni. Hanno un'ambizione non da poco, «la perfezione». Dicono: «Ragioniamo a lungo su proporzioni, equilibri e dettagli perché gli oggetti che verranno siano perfetti». Al Satellite hanno esibito la sedia Aragosta con Billiani 1911, sgabelli con Donati Group, madia con Lema.
Ma non c'è solo il Satellite, anche il fuorisalone ha portato fortuna a molti giovani designer. È il caso di Filippo Dell'Orto, oggi quarantenne, che nel 2004 ha fondato l'azienda milanese spHaus. Sua la lampada da terra ET ispirata al famoso personaggio di Spielberg, ha uno stelo sottilissimo piegato in due come se fosse il dito del piccolo extraterrestre. Non solo lampade, (l'ultimissima Luminator è un omaggio a Castiglioni), Dell'Orto disegna anche divani e tavolini e realizza i progetti di famosi designer come Nathan Yong.

Opere estrose, al confine fra arte e design per Emanuela Crotti che espone a Milano fino a domenica allo spazio Rossana Orlandi, via Bandello 11: testate da letto, credenze, specchiere o tavoli che ricordano i collage. Pezzi unici, giochi di grafica, fotografie e argenti, sintesi di ricordi e preziosi.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica