È molto probabile, vista la diffusa sfiducia dei piccoli risparmiatori verso la Borsa, che anche nel 2009 i titoli di Stato e i buoni postali continuino a svolgere il ruolo di porto sicuro per il denaro degli italiani come sta già accadendo in questi ultimi mesi del 2008. Il prezzo da pagare a questa sicurezza sarà, quasi inevitabilmente, unulteriore riduzione dei rendimenti dei tassi di interesse riconosciuti e quindi una minore redditività per i sottoscrittori. Inoltre la discesa dei tassi di interesse di questi titoli potrà essere tanto più marcata quanto la Bce (la Banca centrale europea) taglierà ulteriormente il tasso di sconto: attualmente il costo del denaro in Europa è al 2,50% contro l1% della Federal reserve ed è difficile che tale divergenza possa persistere a lungo.
Per ricavare un rendimento più sostenuto rispetto a quello offerto attualmente dai Bot (1,73% netto per i trimestrali e 2,02% per gli annuali), linvestitore dovrà orientarsi sui Ctz (che arrivano a offrire il 2,71% netto allanno per due anni), piuttosto che i Btp che remunerano ancora di più il risparmiatore ma impegnandolo a tenere i titoli per un periodo di tempo più lungo (tre, cinque o, addirittura, dieci anni): sottoscrivere questi titoli e venderli prima della scadenza potrebbe infatti esporre linvestitore a una perdita del valore del capitale in quanto il prezzo del Btp segue ogni giorno landamento dei tassi di interesse.
Cosa che, invece, non succede a coloro che optano per i buoni postali.
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