(...) la bottiglia di spumante stapparla davanti alla televisione. Che magari è deprimente allo stesso modo, però ha il vantaggio di non far prendere freddo.
Insomma, sarà pure bellissimo, sarà pure frammentato in mille piazze e non concentrato su un unico palco, sarà pure qualcosa che ci invidiano in tutta Europa e che nessunaltra città ha, però a me lultimo Capodanno di Nando, non piace affatto. E il fatto che abbia rivalutato loperato del resto della giunta Vincenzi in contrasto con queste scelte, è la ciliegina sulla torta.
Però, come siamo sempre abituati a fare da queste colonne, non voglio limitarmi alla pars destruens. Marta Vincenzi, ma anche Alessandro Repetto e Claudio Burlando sanno che non aspettiamo altro che di parlar bene di loro. Non per altro, ma perchè significa che hanno fatto qualcosa di buono per Genova, per la Provincia e per la Liguria. Poi, certo, non è che ci i fantastici tre ci offrano occasioni a raffica per farlo, anzi. Ma questa è unaltra storia.
E allora, eccola la pars costruens. Come al solito, non bisogna andare molto lontano da Palazzo Tursi. Trecento metri o giù di lì e si arriva a Palazzo Ducale. Dove la Fondazione è guidata da Luca Borzani, che certo non è un uomo di centrodestra. Ma qui il discorso non è politico. Il discorso è che - senza piangere per i budget ridotti, senza incensarsi evocando Londra, Parigi e Berlino e senza litigare con il resto del mondo - Borzani è riuscito a mettere in piedi un capolavoro di equilibrio fra sostenibilità finanziaria, vitalità e valore dellofferta culturale.
Su queste pagine, ne abbiamo discusso spesso e volentieri. E, ovviamente, possono esserci iniziative che piacciono più o meno e mostre che si apprezzano più o meno. Ma quello che è indiscutibile è che non passa giorno in cui il Ducale non ospiti uniniziativa.
Se poi, avete tempo libero, il 31 dicembre vi consiglio la mostra sulle foto in Russia di Henri Cartier-Bresson. Almeno passerete davvero un San Silvestro genovese degno di essere ricordato.
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