La nostra è una Repubblica parlamentare dove ogni eletto rappresenta il popolo. I deputati potrebbero riunirsi a piacimento e decidere di fare e di disfare un governo ogni mese. È una formula adottata dai padri costituenti per impedire il formarsi di forti partiti e soprattutto di un forte esecutivo. Venivamo dalla dittatura fascista e si voleva un parlamento forte e un governo debole. A causa della guerra fredda il sistema politico si è però diviso in due grandi blocchi, uno filoamericano attorno alla Dc e uno filosovietico attorno al Pci. È quello che Giorgio Galli ha chiamato il bipartitismo imperfetto dove governava sempre il centrodestra e la sinistra era all’opposizione.
Questo bipartitismo è entrato in crisi con il crollo del muro di Berlino. Il blocco filoamericano è stato eliminato per via giudiziaria. Il vuoto allora è stato riempito da tre movimenti, quello di Segni, la Lega e Forza Italia che hanno ricostituito un centrodestra e un bipartitismo che però è sempre stato osteggiato, che è sempre stato fragile e che, di fronte alla crisi, si è colliquato per cui abbiamo messo fra parentesi il parlamento e, come facevano i romani, abbiamo nominato un dittatore o, come facevano i comuni medioevali, un podestà.
Le democrazie anglosassoni rappresentano il modello esattamente opposto perché sono bipartitiche e con un forte esecutivo a termine. Esse sono fondate sulla consapevolezza che la società cambia, cambiano le generazioni, le tecnologie, i problemi, le abitudini, i bisogni, i gusti, che i politici si radicano e si corrompono per cui a un certo punto occorre un rinnovamento della classe politica e un governo diverso. Perciò ne prevedono istituzionalmente la fine dopo quattro od otto anni. Ma quando è in carica l’esecutivo deve essere forte e stabile.
Di conseguenza gli anglosassoni non vanno incontro alle crisi periodiche tipiche della Repubblica parlamentare dove le forze politiche divise e litigiose non riescono a prendere decisioni e allora o nascono nuovi movimenti e nuovi leaders o interviene l’Europa o il presidente della Repubblica come è successo negli ultimi tempi.
Cosa succederà nel futuro? Alcuni pensano che si possa avere un governo stabile e capace di decidere lasciando le cose come sono, cioè con diversi partiti che fanno accordi parlamentari. No, non è possibile. Alla fine dovremo rivedere la Costituzione e io mi auguro nel senso del bipartitismo e dell’esecutivo forte e a termine.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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