Meglio Rin Tin Tin e Dan Brown che leggere un libro

Colpisce sempre quando personaggi noti parlano di libri. Sarà perché la fama mediatica e la cultura vanno raramente a braccetto, sarà perché la cultura è un argomento che, si dice, fa calare l’audience. Eppure tutte le volte che un Vip (ma si chiamano ancora così?) pronuncia la parola «libro», si ha una sorta di sussulto. Un sussulto doppio valgono le dichiarazioni di Flavio Briatore in una recente intervista a Claudio Sabelli Fioretti sul Magazine del Corriere della Sera. Alla domanda, «è vero che lei non legge libri?», Briatore risponde candidamente: «Non vedo perché devo perdere tempo a cercare di capire uno scrittore che ha scritto senza la preoccupazione di spiegarsi. Leggo anche io: i rapporti dell’azienda quando sono in viaggio. Ma non mi sono mai svegliato al mattino pensando: “Che peccato, questa settimana non ho letto un libro”. Lo stesso con i film. Nel lavoro ho il problema di capire 500 ingegneri. Credo sia già un esercizio intellettuale. Poi devo anche andare al cinema e pensare a cosa il regista voleva raccontarmi? Voglio vedere i film di Rin Tin Tin e di Furia, che capisco, film d’azione, che mi distraggono o mi fanno ridere». Gli indiani andrebbero bene? «Gli indiani sono il massimo». Magnifico. Stupefacente. Bene, bravo, bis. Applausi a scena aperta per il manager della formula 1, che non ha timori reverenziali e non si vergogna a dichiarare con semplicità quello che pensano il 99 per cento degli italiani: meglio Rin Tin Tin di un libro.
Mentre invece dà un certo fastidio sentire una come Ilary Blasi quando si erge sul Colle dei saputelli e imita la signora Franca Ciampi (nella sua uscita migliore, il suo celebre «la tv è deficiente»). La ventiquattrenne moglie di Totti, ex letterina che presenterà Sanremo, ha sentenziato a Panorama: «Spesso la tv è scema, ma posso cambiare canale. Certo si potrebbe fare di meglio. Non ci sono più quei bei varietà di una volta. Oppure spengo del tutto e leggo un libro». Urca che notizia. Una lettrice assidua? «No, non assidua. Ma i thriller mi piacciono. L’ultimo letto è il Codice da Vinci». La notizia si ridimensiona. Che Ilary legga è bello ed edificante, ma per fortuna spiegandoci cosa legge fa passare qualsiasi senso di colpa ai suoi seguaci e rientra nella casistica. Il 99 per cento degli italiani non legge un libro e il 99 per cento di quanti ne hanno letto uno durante lo scorso anno, ha letto Dan Brown.

Meno male, Ilary ci aveva fatto prendere uno spavento, in questi climi di sondaggi elettoriali infuocati e di polemiche intorno a uno zerovirgola, avevamo paura che ci alzasse la media nazionale e sfatasse l’ultimo mito: che l’Italia, in quanto a lettura, è il fanalino di coda in Europa. Almeno un primato cerchiamo di tenercelo stretto, perdinci.
caterina.soffici@ilgiornale.it

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