Non è furibondo, ma solo rassegnato Enrico Preziosi, presidente del Genoa. Però le sue parole sono durissime: «Spero che ci diano la squalifica del campo, così andiamo a giocare fuori e troviamo un po di serenità». Per poi calcare la mano: «Dispiace che centinaia di persone abbiano limpunità di dire e fare quello che vogliono senza che si possano controllare e mandare a casa. Bisogna evitare che in futuro accada ancora, non è possibile che così poche persone, 60/70, simpadroniscano dello stadio e impongano le proprie leggi».
E poi, sempre più deluso: «Si poteva evitare, i tifosi devono capire che certi comportamenti influiscono sullesito del campionato. Noi sappiamo accettare le sconfitte, anchio ho sbagliato ma non posso farmi flagellare ogni settimana sotto la gradinata nord. Non siamo ancora retrocessi, credo ancora nella salvezza ma questo tifo, che in passato ci ha anche aiutato, ora ci sta spingendo giù». Parte poi lattacco alle forze dellordine: «Perché solo dieci poliziotti presenti? I bambini sono stati allontanati dal campo, cera un clima di guerriglia e questo non fa bene al calcio. Devo riflettere sulle cose che ho visto e il fatto di essere ostaggio di 200 pseudo-tifosi la dice lunga su quello che potrebbe essere la mia riflessione personale. Un daspo per questa gente? No, serve la galera». Per poi chiudere: «Non mi piace il baratto e il compromesso, non mi piace che vengano umiliati i giocatori obbligandoli a togliersi la maglia per far vincere i tifosi. La nostra serenità è andata via da parecchie giornate, i processi li farò dopo, ma io non mi arrendo».
Al presidente rossoblù risponde il questore di Genova, Massimo Mazza: «Siamo stati chiari, consegnare le maglie era cedere a comportamento ricattatorio. Il vicario, unico a poter intervenire, era in campo. Mi ha chiamato e gli ho detto di non far togliere le maglie.
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