Politica

La Melandri agli stilisti: basta abiti «anoressici»

«Non voglio mettere divieti come Zapatero, ma mi appello alle griffe per evitare che le ragazze idealizzino la magrezza estrema», dice il ministro

Gioia Locati

Si «allarga», come le taglie sulle passerelle spagnole, il tam tam contro il look anoressico delle modelle. A dire la sua, questa volta, è Giovanna Melandri, ministro delle Politiche giovanili e dello sport. Uscendo da un convegno organizzato dalla Coop sull’alimentazione sana, la bella ministra ha dichiarato di «voler chiedere la collaborazione degli stilisti italiani per assumere insieme iniziative utili a contrastare il fenomeno dilagante dell’anoressia nel nostro Paese». Le modelle eccessivamente filiformi sono un cattivo esempio per le ragazze. La pensava così Zapatero quando, prima delle sfilate di settembre, aveva fatto approvare una legge che fissava le misure minime dell’indice di massa corporea (si ricava dividendo il peso in chilogrammi per il quadrato dell’altezza in metri): sotto il 18 si scende dalle passerelle, «sopra», in terra madrilena, si può sfilare.
Ieri la Melandri ha però, formalmente, preso le distanze dalla legge spagnola: «È eccessivamente statalista e, si sa, le misure restrittive possono rafforzare la resistenza e la chiusura delle anoressiche perché vissute come interventi punitivi». Nei fatti, comunque, la convinzione è la stessa: una modella scheletrica è un cattivo esempio: «I giovani devono costruire la propria autostima e la percezione del corpo su parametri meno barbarici di quelli imposti dalla moda. L’iniziativa spagnola ha il pregio di aver coinvolto le grandi firme». Da qui il proposito della Melandri: «Anche noi lavoreremo con i grandi stilisti italiani. Non possiamo più ignorare l’allarme lanciato dalle associazioni che si battono contro i disturbi dell'alimentazione». Bellezza non è magrezza, insomma. E su questo il primo ministro spagnolo ha fatto proseliti. Perfino in Inghilterra, dove i responsabili della Fashion Week si erano «stracciati le vesti» davanti al provvedimento spagnolo inneggiando all’«inattaccabile criterio estetico degli stilisti». Proprio qui il ministro della Cultura Tessa Jowell aveva tuonato: «Basta con le modelle spaventosamente secche, sono un cattivo esempio per la gioventù». Seguito a ruota dal grande stilista inglese Paul Smith: «Abbiamo esagerato con la magrezza, è il momento di un ritorno a modelle più in carne». E il «nostro» Giorgio Armani, in quei giorni a Londra, aveva aggiunto: «Non ho mai scelto modelle magrissime, ho sempre preferito quelle dall’aspetto sano. Nessuno deve pensare che per piacere una ragazza debba smettere di mangiare». Dalla Manica all’ombra della Madonnina. Dove Tiziana Maiolo, assessore comunale alle Attività produttive, ha inaugurato l’inizio della settimana della moda con un salutare: «Modelle, mangiate la cotoletta» e giocando sul nome del piatto tipico ha proposto «la moda della milanese», una campagna simbolica per fermare l’anoressia in passerella e fra le giovani: «Senza imposizioni ma con buonsenso.

Ci auguriamo che le agenzie facciano partire una rivoluzione culturale».

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