Melandri & Capirossi, lezione di guida a Pedrosa

Domina Vale, ma la Yamaha va ko a 8 giri dalla fine. Risorgono i due italiani che beffano l’astro nascente iberico

Melandri & Capirossi, lezione di guida a Pedrosa

Nanni Scaglia

da Le Mans

In una gara dominata da Valentino Rossi, sorprende un po' trovare Marco Melandri sul gradino più alto del podio, con Loris Capirossi secondo e Daniel Pedrosa terzo. Una rottura meccanica a otto giri dal termine ha cancellato in un attimo il solco che Valentino aveva scavato tra sé e i suoi rivali e l'unica traccia che rimane di Rossi è il primato della pista. Ma ci si può consolare, perché il ritiro del pilota della Yamaha ha aperto la strada al successo di uno straordinario Melandri, bravissimo a cogliere l'occasione. «È una strana stagione per me - si gode il trionfo -, a volte vado male, altre molto bene. E anche qui ho avuto un inizio gara decisamente difficile, prima di riuscire a prendere un buon ritmo. Certo, per vincere sono stato fortunato, perché Valentino è tornato quello di una volta e se non avesse rotto, difficilmente lo avrei ripreso. Ma dopo tutta la iella avuta in carriera, ci sta che la ruota giri... E gira per davvero (sorride, alludendo ai guai di Rossi, ndr)».
Ma Melandri non è stato solo fortunato, perché il suo secondo trionfo stagionale, quarto in MotoGP, l'ha comunque cercato, voluto, insomma se lo è meritato. Partito con una «gomma di legno», come ha scherzato lui stesso, Marco ha faticato parecchio nei primi giri, retrocedendo dalla terza alla quinta posizione. «All'inizio - svela - ho imprecato contro chi mi aveva consigliato la copertura così dura. Poi, giro dopo giro, ho cominciato a ringraziarlo, perché con l'alzarsi della temperatura e il consumo della benzina la mia moto si guidava alla grande. Quando ho visto Rossi fuori gara ci ho creduto ancora di più, ho ripreso Pedrosa e l'ho passato».
Il recupero sullo spagnolo, il sorpasso e l'allungo sono stati qualcosa di straordinario. «Quando stavo recuperando, la mia squadra mi ha esposto la scritta "spenz", che in dialetto romagnolo significa "spingi". Mi sono messo a ridere e ho dato tutto quello che avevo». Così, in poche curve, si è bevuto Pedrosa, il nuovo fenomeno. Stesso trattamento, Daniel aveva ricevuto all’inizio da Rossi e avrebbe ricevuto poco dopo da Capirossi. Nonostante gomme Bridgestone inferiori alle Michelin dei rivali, ma comunque sufficientemente competitive, Loris ha infatti tirato con un buon passo, rimanendo quarto a lungo. Il ritiro di Valentino gli ha spalancato le porte del podio, ma guidando ancora meglio è andato a prendersi di forza il secondo posto, infilando Pedrosa proprio nell'ultimo giro.
«Su una pista per noi difficile - se la ride - il secondo posto è un risultato splendido. Quando ho visto Pedrosa in difficoltà l'ho attaccato.

Ha cercato di resistermi, mollando i freni, ma io ero all'interno e li ho mollati anch'io: siamo finiti larghi tutte e due, ma sono riuscito a passarlo». E così Capirossi è terzo nel mondiale con gli stessi punti di Melandri, a sole quattro lunghezze da Hayden, quinto e mai in gara. Per Loris e per Marco le prospettive iridate sono ben più concrete di un semplice sogno.

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