La redazione fa sciopero? E chissenefrega. Per Barack questo e altro, nonostante alla maratona tv appena trascorsa si sia già fatta notare. Ma per elogiare la vittoria di Obama, va bene fare ancora lospite, anche se «crumira». E così, incurante dei 25 licenziamenti annunciati dal piano di Telecom Italia media, la democratica Giovanna Melandri (nella foto), che (ironia della sorte) è anche ministro delle Comunicazioni nel governo ombra di Walter Veltroni, e quindi «non poteva non sapere», si presenta baldanzosa negli studi di La7 per partecipare al dibattito mattutino di Omnibus. Già, e forse non ricorda che alcune settimane fa, in situazione analoga, il collega di partito e governo (sempre ombra), Piero Fassino, declinò linvito, insieme allantagonista Gianni Alemanno. Ma tantè. E la deputata nativa di New York, in lizza da mesi per presiedere nientemeno che la Commissione di Vigilanza Rai, di cui è già componente, non ci pensa un attimo e si presenta in studio.
Intanto, guai in vista per il direttore dei giornalisti scioperanti, Antonello Piroso, finito nel mirino dellAssociazione Stampa romana. Per lui, la richiesta di deferirlo ai probiviri, da parte del segretario Paolo Butturini, ma pure di «espellerlo dal sindacato». «Credo sia però necessario segnalare il suo comportamento anche allOrdine dei giornalisti - scrive sempre Butturini - perché verifichi che il suo comportamento sia o meno in linea con il dovere di promuovere lo spirito di collaborazione tra colleghi, come stabilisce la legge».
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