Marcello Di Dio
da Roma
Il ministro Melandri ha laria stanca, mentre rivolge il saluto ai canottieri medagliati di Eton ricevuti nel salone monumentale di Largo Chigi. Un appuntamento venuto a cadere in una delle giornate più difficili per il responsabile del dicastero dello sport. Ieri ha parlato più volte al telefono con il collega Padoa-Schioppa e il premier Prodi per chiedere spiegazioni sullemendamento del governo che vuole tagliare 121 milioni dal fondo stanziato al Coni.
La marcia indietro del presidente del Consiglio è stata evidente: il 23 ottobre scorso nellambito della cerimonia dei Collari dOro allinterno del palazzo del Comitato olimpico aveva ribadito limpegno dellesecutivo verso lo sport. E adesso sia la Melandri che il sottosegretario Lolli, che avevano più volte dato assicurazioni al presidente del Coni Petrucci, si trovano in situazione di grande imbarazzo. Anche perché larticolo 53, che taglia i fondi ai ministeri, è già stato approvato in commissione Bilancio e, soprattutto, ha superato il vaglio del Consiglio dei ministri. E allorizzonte si affacciano altri tagli di oltre 50 milioni di euro nel biennio 2007-2008 per effetto della legge Bersani sul contenimento e la razionalizzazione della spesa pubblica.
«Siamo in mezzo ad una battaglia - precisa il ministro delle attività sportive - i patti erano chiari e gli impegni evidenti. Io sono ferma a questi patti e pretendo che siano onorati. Se non venissero rispettati, ne riparleremo». «Siamo nelle sue mani, contiamo molto sul suo aiuto, confidiamo nello spirito della Finanziaria che tenga conto di quello che lo sport in questi anni ha dato - è lappello rivolto al ministro dallazzurro di canottaggio Carlo Mornati, tra laltro membro della Giunta Coni in quota atleti -. Una federazione come la nostra dipende molto dai contributi del Coni. Anche se non vogliamo piangerci addosso, abbiamo sempre vissuto più che decorosamente e speriamo anche questa volta di arrivare alle Olimpiadi con tranquillità».
Il mondo dello sport sembra compatto nel contestare i tagli del governo. Anche il commissario straordinario della Federcalcio Pancalli si dice «vivamente preoccupato della riduzione delle risorse per il Coni, ma convinto che lintervento del ministro Melandri lasci ambiti di discussione per recuperare le risorse». E il presidente della Federciclismo Di Rocco è «doppiamente deluso da Prodi in quanto è anche sportivo praticante e grande appassionato di ciclismo, dunque conosce molto bene i problemi che le Federazioni e le società sportive devono affrontare. Questa decisione, tra laltro, contraddice le dichiarazioni di sostegno e di apprezzamento rilasciate dallo stesso Prodi e dalla Melandri soltanto pochi giorni fa nel premiare gli atleti che hanno tenuto alto il prestigio dellItalia nel mondo. Stento a credere che si pensi di togliere risorse a un settore vitale per l'educazione e laggregazione dei giovani e per la crescita del nostro Paese».
Duro il commento del leader di An Gianfranco Fini: ««È uno dei tanti impegni di Prodi, in questo caso sullo sport, che non è stato onorato con i comportamenti». Ma non usa mezzi termini nemmeno lesponente del Prc Pietro Folena, presidente della commissione Cultura della Camera: «Vi sono esigenze generali di risparmio, ma colpire lo sport è un atto profondamente sbagliato, significa indebolire un fattore di coesione sociale».
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