Un melodico pop nell’officina musicale del fantastico

Il cantautore catanese, che ha appena preso casa a Milano, venerdì in concerto all’Auditorium di Radio Italia: tra successi e testi inediti

Una certa incoerenza gliela si perdona, perché è facile perdonare il talento. Solo due anni fa Mario Venuti rilasciava interviste in cui diceva: «Basta con Sanremo, ora vorrei tornare a fare rock. Non voglio essere etichettato come cantante sanremese, non lo faccio per snobismo ma solo perché quell'etichetta mi tradirebbe. Le mie radici sono rock».
Erano i tempi dell'album Magneti e oggi, diciamo pure qualche settimana fa, di passaggio da Milano per un mini-live alla Libreria Feltrinelli di piazza Piemonte, il cantautore catanese si trovava a spiegare il perché di un recente passaggio, udite udite, al Festival di Sanremo, con la bella canzone (come spesso e volentieri sono le sue canzoni) A ferro e fuoco. Ma è ovvio: «perché si dice sempre - parole sue - che a Sanremo non ci si va più, poi però si torna. Alla fine, il Festival resta una delle poche occasioni importanti dove farsi vedere». E dove presentare un album, come il recente L'officina del fantastico, raccolta di successi condita di tre brani inediti, atterrato nei negozi il 7 marzo scorso.
Al diavolo la coerenza, e viva la musica dunque. E anche viva Milano perché, come rivela con la solita eleganza innata Venuti: «In questa città mi sono sempre trovato bene. Recentemente ho anche acquistato una casa: amo la discrezione dei milanesi, e la soddisfazione che Milano dà a chi sa scoprire, poco a poco i suoi segreti. Ad esempio, i suoi bellissimi, misteriosi cortili interni».
Sulla piazza milanese Mario Venuti torna venerdì 4 aprile per un concerto gratuito all'Auditorium di Radio Italia: in diretta dagli studi di Cologno Monzese (ore 21), l'artista siciliano presenta una viaggio musicale antologico tra le sue canzoni più rappresentative, da Crudele a Fortuna, da Veramente a Un altro posto nel mondo alle inedite L'officina del fantastico, Gli amanti del domani e A ferro e fuoco, in un'intensa altalena tra suggestioni pop («un genere che va considerato nobile: pop erano i Beatles, pop erano Tenco e Battisti»), sudamericane («Caetano Veloso resta un faro imprescindibile per la mia musica») e puramente italiane. Struggenti armonie al sapor di Brasile, graffianti accordi elettrici di beatlesiana memoria e quel senso per la melodia applicata al verso intelligente e «colto» compongono il marchio di fabbrica di Mario Venuti il cui concerto, condotto da Paola Gallo, regalerà l'accesso a coloro che si accrediteranno attraverso il sito Radioitalia.it, e verrà trasmesso simultaneamente da Radio Italia e Video Italia.
Come di tradizione per l'emittente radiofonica, il concerto sarà l'occasione per alternare alla musica racconti sulla propria carriera di artista e sulla creazione di alcuni brani.

Come della hit Mai come ieri, cantata in origine insieme a Carmen Consoli, catanese come lui: «È una canzone che ho scritto di getto, e proprio per questa facilità nel comporla mi è capitato, sulle prime, di snobbarla. Rimasi stupito dalla sua scalata fino al terzo posto in classifica. Poco a poco, mi ci affezionai. Ora la sento perfettamente mia».

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